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Coronavirus, la storia cattolica dietro l’ospedale di Wuhan

Wuhan è la città in Cina da dove è partita la pandemia del Covid-19. In pochi lo sanno, ma fu una zona di missionari. E anche l’ospedale della città è opera di un missionario

Il momumento al missionario Eustachio Zanoli fuori dall'ospedale di Wuhan. Foto: Twitter | Il momumento al missionario Eustachio Zanoli fuori dall'ospedale di Wuhan. | Foto: Twitter Il momumento al missionario Eustachio Zanoli fuori dall'ospedale di Wuhan. Foto: Twitter | Il momumento al missionario Eustachio Zanoli fuori dall'ospedale di Wuhan. | Foto: Twitter

Il dottor Li Wenliang, dell’ospedale di Wuhan, è colui che per primo ha denunciato la diffusione della pandemia del Covid-19 al mondo. Punito, e poi riabilitato, da Pechino, il dottor Li veniva spesso intervistato di fronte l’ospedale di Wuhan. Ma in pochi hanno notato la statua dietro di lui. Una statua che raccontava una storia cattolico parte dell’ospedale.

La statua era quella che ritraeva Eustachio Zanoli, missionario italiano, che fondò l’ospedale di Wuhan. O meglio, il predecessore dell’attuale Ospedale Centrale di Wuhan, e la sua storia è stata raccontata da William Huang su Mercatornet.

Zanoli costruì l’ospedale nel 1880. La città cinese aveva un tessuto coloniale, il commercio con l’Occidente era florido, la città si sviluppava in un modo che la portò ad essere conosciuta come la Chicago dell’Est. L’arrivo di Zanoli in Cina era, però, parte di una storia più grande: la storia della missione in Cina.

Una missione che proprio nel XIX secolo viveva la sua epoca d’oro, perché la Cina si era vista forzata ad aprire ai poteri occidentali dopo le guerre dell’Oppio. E non arrivarono solo mercanti e colonizzatori. Arrivarono anche missionari, sia protestanti che cattolici, i quali videro in quella apertura una opportunità d’oro per portare il Vangelo in Oriente.

Tra questi, c’era Eustachio Zanoli, francescano, che arrivò nella provincia di Hubei nel 1856. Nel 1861, fu nominato vicario apostolico di Hubei. Aveva un pensiero strategico, e usò i termini favorevoli del trattato di Peking firmato nel 1860 tra i poteri occidentali e la Cina imperiale per comprare una grande appezzamento di terreno nella zona di Hankow e costruire lì la cattedrale di San Giuseppe, vale a dire la più grande chiesa del vicariato di Hubei nella Concessione Britannica.

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La chiesa fu completata nel 1876. Quattro anni dopo, Zanoli costruì il primo ospedale cattolico di Wuhan, e lo affidò alla Figlie di Carità Canossiane. Per decenni, l’ospedale è stato gestito dalla Chiesa Cattolica.

Nel 1955, il governo comunista lo sequestrò, e divenne il Secondo Ospedale di Wuhan, che fu poi demolito nel 1999 per formare l’Ospedale Centrale di Wuhan. È da lì che è partito l’allarme sulla diffusione del coronavirus.

C’è da notare che non c’è solo una eredità cattolica in Cina. Anche i missionari protestanti arrivarono e fondarono ospedali, perché si resero subito conto che mancavano cure mediche alla maggioranza della popolazione cinese. I Protestanti formarono anche la Società Missionaria Medica nel 1838.

Fu uno sforzo che fece della Cina, alla fine del XIX secolo, una delle più importanti destinazioni mediche, tanto che a inizio del secolo scorso si trovavano nel Paese più di cento Paesi guidati da missionari, che si prendevano cura di milioni di pazienti. Non solo. I cristiani stabilirono in Cina scuole mediche, università, nursery, orfanotrofi, centri di salute mentale.

In fondo, tutte le squadre mediche inviate dal governo cinese ad affrontare l’emergenza medica sono stati formati in istituzioni fondate oltre un secolo prima. Tutto buttato già dalla rivoluzione comunista del 1949.

A Wuhan c’è anche il Wuhan Union Hospital, uno dei più grandi e ben fatti della Cina, fondato dal missionario protestante Griffith John della London Missionary Society, pioniere anche della traduzione della Bibbia in cinese.

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Griffith e Zanoli arrivarono in Cina ad un anno di distanza l’uno dall’altro, e lasciarono entrambi un marchio indelebile in Wuhan. Zanoli morì addirittura a Wuhan, lasciandovi per sempre la sua impronta.

Quella dei missionari in Cina è dunque una storia molto diversa dal modo in cui la propaganda cinese la racconta. Secondo la storia cinese, i missionari erano complici dei colonialisti, agenti dell’imperialismo e invasori stranieri, mentre non si considera per niente il loro contributo alla moderna medicina.

Niente di nuovo, succede anche in Occidente per la storia dei diritti umani. Ma in Cina questo senso comune è utilizzato anche per perseguitare la Chiesa, per considerare tutte le religioni come agenti stranieri.