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Dalle diocesi: i giovani si preparano al sinodo anche con il catechismo per la Cresima

Giovani in preghiera |  | Kate Veik/CNA Giovani in preghiera | | Kate Veik/CNA

E’ stata una settimana difficile per la Repubblica Italiana che ha vissuto un momento particolare della sua storia con le trattative per la formazione del nuovo governo nato proprio ieri con il giuramento del Presidente del Consiglio e dei ministri.

Davanti ad una “crisi sociale e politica” come quella vissuta “ogni persona di buona volontà ha il dovere di rinnovare il proprio impegno, ciascuno nel suo ruolo, per il bene supremo del Paese”, è stato l’appello rivolto dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Gualtiero Bassetti attraverso il quotidiano cattolico “Avvenire”.

E oggi, festa nazionale della Repubblica,  l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia chiede che in tutti i santuari e parrocchie della diocesi, nelle Messe prefestive e festive di oggi e domani – solennità del Corpus Domini – si ricordi, nella “preghiera dei fedeli” o alla fine delle celebrazioni, la Repubblica italiana, nel momento difficile che le istituzioni stanno attraversando. La Chiesa di Torino – si legge in una nota -  non prende, naturalmente, alcuna posizione “partitica” ma vuole sottolineare, ai credenti come a tutti i cittadini, il valore che la Repubblica e l’unità nazionale rappresentano, al di là delle “pur legittime differenze di prospettiva politica. Le istituzioni della democrazia, così come sono disegnate prescritte nella Costituzione, sono alla base di quel ‘bene comune’ al cui servizio tutti i cittadini, senza distinzioni, sono chiamati”.

La festa del 2 giugno ha quest'anno un “carattere particolare”, sottolinea l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi: cade, infatti, nel 70° dell'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana e della prima elezione del Capo dello Stato. Spinto dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che “ha rinnovato il legame tra Chiesa e Città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti”, il presule invita tutti i credenti a “innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e a pregare per il nostro Paese. La Costituzione non è un retaggio del passato ma il fondamento della nostra casa comune, il deposito di valori che sono le radici senza le quali non si può costruire il futuro”.

I lavori delle chiese diocesane continuano a pieno ritmo in vista anche della chiusura delle attività per il periodo estivo. Durante i lavori della 71ª assemblea generale dei vescovi italiani, svoltasi la settimana scorsa in Vaticano,  molte le riunioni delle conferenze episcopali  regionali. Tra queste quella della regione ecclesiastica Piemonte-Valle d’Aosta che, tra i temi affrontati, ha avuto quello della modifica del calendario liturgico regionale riguardante la Solennità della dedicazione della propria chiesa e la Solennità della Chiesa locale. Dopo aver sentito il parere dei singoli vescovi, la situazione di fatto e la prassi celebrativa nelle diverse diocesi, si è presa la decisione unanime – si legge in una nota -  di “accogliere la richiesta di sopprimere la festa della Chiesa locale che veniva celebrata la 33ª domenica del Tempo ordinario. L’ufficio liturgico regionale darà in seguito un apposito comunicato con le motivazioni specifiche”. I vescovi hanno anche provveduto a nominare il vicepresidente della Conferenza Episcopale piemontese nella persona dell’arcivescovo di Vercelli,  mons. Marco Arnolfo.

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Fermento a Bari per l’arrivo di Papa Francesco, il 7 luglio prossimo mentre il pontefice stesso ha confermato per due anni alla guida della diocesi di Bari-Bitonto l’attuale arcivescovo, mons. Francesco Cacucci che aveva presentato le dimissioni al compimento del 75 anno di età. La
Comunità diocesana, “grata a Papa Francesco per la decisione assunta, invoca sul proprio Pastore abbondanti doni dello Spirito affinché continui il Suo servizio nel nome del Signore” si legge in una nota della diocesi.

Fermento anche nelle varie diocesi italiane in vista del Sinodo dei Giovani di ottobre. Nei giorni scorsi sono arrivate nelle mani di papa Francesco le proposizioni conclusive del Sinodo diocesano dei giovani di Cremona che si è concluso il 20 maggio scorso. A consegnarli il vescovo mons. Antonio Napolioni che nell'omelia della celebrazione conclusiva ha ripercorso il lungo cammino del Sinodo: “Eccolo, Gesù, vivo, giovane, delicato come i nostri giovani. Egli ci guarda, tace, e poi parla. Ha cominciato a parlarci, nelle tappe del percorso condiviso, tra i lavoratori e gli studenti, nel carcere come nei dialoghi faccia a faccia, terreno vivo del fatto ecclesiale. E parlerà ancora”. Nei prossimi mesi, con i sacerdoti, i religiosi, religiose e gli adulti, “mediteremo i documenti sinodali, chiedendoci come dare risposte concrete e coraggiose” ha detto il presule consapevole che i giovani sono “già più avanti di noi adulti nella capacità di ‘fare rete’, al di là di confini e campanili”. Per questo il Sinodo che, pur concludendo la sua fase celebrativa “non va in archivio”: “tra pochi giorni andremo ancora in carcere, stavolta non solo il Vescovo ad ascoltare, ma i giovani sinodali a raccontare. Perché dalle drammatiche periferie della nostra società riparta la missione di annunciare e costruire il Regno dei cieli. E in agosto cammineremo insieme, verso Roma, per incontrare Papa Francesco”.

Conclusione del sinodo dei giovani anche per la diocesi di Padova. Il vescovo, mons. Claudio Cipolla, ha consegnato di persona a papa Francesco il libriccino “Vi ho detto queste cose perché la vostra gioia sia piena (Gv 15,11). Lettera dei giovani alla Chiesa di Padova”. Ossia il documento finale del Sinodo diocesano dei Giovani. “Come promesso ai giovani – commenta mons. Cipolla – ho portato al Papa il frutto dei due anni di lavoro del Sinodo perché la voce dei giovani padovani possa essere un ulteriore importante contributo al Sinodo sui giovani dei vescovi di tutto il mondo, il prossimo ottobre. Ho aggiunto una dedica al Papa a nome di tutti i giovani, che dice: ‘Con simpatia e sintonia. Il percorso di ascolto, di confronto, di preghiera e di discernimento che i giovani hanno compiuto in questi mesi è in linea con i desideri del Papa per questo Sinodo dei vescovi’”.

Intanto oggi a Napoli la beatificazione di Maria Crocifissa del Divino  Amore, al secolo Maria Gargani con una celebrazione eucaristica presieduta nella cattedrale dal  card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi. La religiosa verrà proclamata beata dopo 100 dal primo incontro con Padre Pio da Pietrelcina, avvenuto a San Marco la Catola, in provincia di Foggia: è stata una delle prime figlie spirituali del santo con le stimmate.

E in questa settimana ha fatto discutere le decisione della diocesi di Bolzano-Bressanone di amministrare  il sacramento della Cresima ai giovani a partire dai 16 anni e la preparazione dovrà durare almeno dodici mesi. “La scelta di adottare nuove linee guida per il sacramento della Cresima nella nostra Diocesi vuole essere un contributo che metta in risalto il dono della Cresima e al tempo stesso sia uno stimolo a vivere con responsabilità la propria fede”, ha detto il vescovo mons. Ivo Muser illustrando alla stampa le nuove linee guida che la diocesi ha deciso di adottare a partire dall’autunno del 2022. “Queste nuove linee guida nascono dopo un lungo percorso di lavoro avviato alla luce dei notevoli cambiamenti che attraversano la nostra società. Cosa sono i sacramenti? Un momento isolato, un evento o sono un segno concreto della fede, un incoraggiamento a crescere nella fede? – aggiunge il vescovo – La fede è un dono e spero che anche grazie a queste nuove linee guida, che non vogliono allontanare o escludere nessuno, tanti possano accorgersi della bellezza del dono della fede”. Nei prossimi mesi, in ogni unità pastorale e per la pastorale cittadina sarà istituita una Giunta per la catechesi che nel 2020 e 2021 elaborerà un progetto concreto per la Cresima, tenendo conto delle linee guida del progetto diocesano.