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Don Di Paolo, la esperienza della pandemia ci porti un modo nuovo di intendere la vita

Il commento alle letture della V domenica di Pasqua

Don Gerardo Di Paolo Rettore Santuario Divino Amore |  | TV 2000 Don Gerardo Di Paolo Rettore Santuario Divino Amore | | TV 2000

Il rettore del Santuario del Divino Amore di Roma Don Gerardo Di Paolo ha celebrato la messa prefestiva in diretta tv e on line in questo sabato nel quale ancora non è concesso ai fedeli di partecipare alla Eucarestia.

Le domeniche del tempo di Pasqua, ha detto nella omelia,  ci invitano ad un cammino di fede alla luce della resurrezione e a rileggere la sua vita alla luce della sua vittoria

Giovanni racconta le parole di Gesù agli Apostoli prima di lasciarli, non un discorso ma un modo di parlare agli amici, gli amici condividono le parole del cuore.

Gesù si mostra ai suoi e comprendono che Gesù non è semplicemente tornato in vita come Lazzaro, o il figlio della vedova di Naim.

Gesù invece è vivo di una vita nuova. Lo avevano raccontato quelli di Emmaus. Gesù si mostra vivo, con un corpo materiale, ma in una dimensione nuova non soggetta alle leggi della creazione.

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Una vita non più soggetta al limite della morte. Ora questa vita Gesù la dona a chiunque crede in Lui.

E addita il Padre come meta, principio e fine di tutto, e Lui e il Padre sono una cosa sola insieme alla spirito mistero di amore e e di unità.

Gesù è vero Dio e vero uomo e la Chiesa ha dovuto difendere e chiarire questa verità di fede contro eresia e questo continua a farlo anche oggi e nel corso dei secoli. Ogni essere umani è assetato di verità e alla ricerca della sua via.

In Cristo ognuno può trovare ciò che cerca, la via giusta di una intera esistenza.

La esperienza di questa pandemia si trasformi nella necessità di un un nuovo modo di intendere la vita e di ristabilire le giuste priorità e creare una società che sia garante del diritto e promuova una vita dignitosa per tutti.

Serve un umanesimo che metta al centro l’uomo, ma non al centro di se stesso scivolando nel bastare a se stessi. Perché l’uomo non è capace di rispondere a tutte le attese. In quella centralità deve trovare spazio Dio. Solo in Dio l’uomo ritrova se stesso.

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