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Don Luigi Sturzo, Vangelo e diritto fari della società

Nel 1919 il sacerdote nell'Appello ai liberi e forti delineò l'impegno dei cattolici italiani in politica

Don Luigi Sturzo |  | pubblico dominio Don Luigi Sturzo | | pubblico dominio

Don Luigi Sturzo, sacerdote e fondatore del Partito Popolare Italiano, con la propria testimonianza cristiana ha voluto prestare attenzione alle dinamiche politiche e sociali del proprio mondo. Assertore del ruolo dei cattolici in politica portò avanti una fitta rete di attività volte in tale direzione.

Sacerdote dal 1894, laureato in teologia e filosofia, la sua idea ruota intorno al concetto di persona nell'ordinamento civile e giuridico. Non una astratta congerie di significati, ma il senso autentico che la dottrina sociale della Chiesa ha dell'uomo con le proprie necessità e potenzialità.

Una società ispirata ai valori del Vangelo è l'obiettivo da raggiungere.

Nel 1919, venuto meno il non expedit, fonda il Partito Popolare Italiano di cui diviene il segretario. Decentramento amministrativo, autonomia degli enti locali, una più ferma partecipazione delle forze private e pubbliche in economia ed una maggiore attenzione ai rapporti di lavoro è il programma della novella formazione. Nell'Appello ai liberi e forti si legge: ”Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali”.

Forte di questo impegno, il magistero della Chiesa è il contenuto precettivo del partito. Nel documento è evidenziato che ”ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principi del Cristianesimo”.

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Contrario alla partecipazione al governo Mussolini, i Popolari in Parlamento sono all'opposizione.

Nel 1928 Don Sturzo è esiliato e dimessosi dalla carica di segretario: continua la propria battaglia, con gli scritti e la parola. Da Londra e dagli Stati Uniti tiene i contatti con i cattolici rimasti in Italia.

Rientrato in patria dal 1952 è senatore a vita, impegnandosi  in diversi progetti di legge, con lo scopo di razionalizzare le forze e contribuire alla rinascita del paese, dopo la guerra.

Dietro alle sue idee brilla un Cristianesimo coerente e attuale verso i reali problemi del quotidiano.

Sacerdote dall'intensa vita di preghiera spira l'8 agosto 1959 lasciando il ricordo del suo impegno e della sua testimonianza cristiana.

Dal 1962 il corpo del sacerdote  riposa nella chiesa del Santissimo Salvatore a Caltagirone, tempio nel quale venne ordinato sacerdote e celebrò la prima messa.

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E' in corso il processo di beatificazione.