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Edith Stein "vessillo di rispetto, tolleranza e accoglienza"

Busto di Santa Teresa Benedetta della Croce |  | Johann Brunner - Wikicommons Busto di Santa Teresa Benedetta della Croce | | Johann Brunner - Wikicommons

La vita di Teresa Benedetta della Croce “può essere ritenuta una sconfitta, ma proprio nel martirio risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio”. Con queste parole Papa Benedetto XVI nell’udienza generale del 13 agosto 2008 rendeva omaggio a Santa Teresa Benedetta della Croce – Edit Stein, uccisa dai nazisti nelle camere a gas del lager di Auschwitz il 9 agosto di 73 anni fa.

Edith Stein nacque a Breslavia nel 1891, di religione ebraica si convertì al Cattolicesimo ed entrò nell’ordine monastico delle Carmelitane Scalze.

Rifugiatasi in Olanda, Teresa Benedetta venne arrestata dalle SS il 26 luglio 1942 insieme alla sorella – anch’ella religiosa – all’indomani della denuncia della Chiesa Cattolica Olandese delle deportazioni antiebraiche da parte dei nazisti.

“Testimoni che riuscirono a fuggire dall’orribile massacro – disse ancora Benedetto XVI – raccontarono che Teresa Benedetta della Croce, mentre vestita dell’abito carmelitano avanzava cosciente verso la morte, si distingueva per il suo comportamento pieno di pace e per il suo atteggiamento sereno e per il comportamento calmo e attento alle necessità di tutti. La preghiera fu il segreto di questa Santa compatrona d’Europa, che anche dopo essere approdata alla verità nella pace della vita contemplativa, dovette vivere fino in fondo il mistero della Croce”.

Edith Stein è stata beatificata il 1° maggio 1987 e canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998.

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“Santa Teresa Benedetta della Croce – spiegò Papa Wojtyla nell’omelia della Messa di canonizzazione – giunse a capire che l'amore di Cristo e la libertà dell'uomo s'intrecciano, perché l'amore e la verità hanno un intrinseco rapporto. La ricerca della verità e la sua traduzione nell'amore non le apparvero in contrasto; essa, anzi, capì che si richiamavano a vicenda. Suor Teresa Benedetta della Croce dice a noi tutti: Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L'uno senza l'altra diventa una menzogna distruttiva. La nuova Santa ci insegna, infine, che l'amore per Cristo passa attraverso il dolore. Chi ama davvero non si arresta di fronte alla prospettiva della sofferenza: accetta la comunione nel dolore con la persona amata”.

Lo stesso Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica Spes Aedificandi del 1999 la proclamò, insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena, compatrona d’Europa.

“Noi guardiamo oggi a Teresa Benedetta della Croce – scrisse Giovanni Paolo II – riconoscendo nella sua testimonianza di vittima innocente, da una parte, l'imitazione dell'Agnello Immolato e la protesta levata contro tutte le violazioni dei diritti fondamentali della persona, dall'altra, il pegno di quel rinnovato incontro di ebrei e cristiani, che nella linea auspicata dal Concilio Vaticano II, sta conoscendo una promettente stagione di reciproca apertura. Dichiarare oggi Edith Stein compatrona d'Europa significa porre sull'orizzonte del vecchio Continente un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una società veramente fraterna”.