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Francesco cita Benedetto: “Testimoni della speranza affidabile del mistero pasquale”

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“Risorti per far risorgere, liberati per liberare, generati a vita nuova per generare vita nuova in tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino”. È una missione di evangelizzazione, quella che Papa Francesco affida ai padri Resurrezionisti. Che invita – citando la Spe Salvi di Benedetto XVI – a ricordare che “la luce del mistero pasquale fa recuperare la speranza, una ‘speranza affidabile’.”

Udienza in Sala del Concistoro, per i Padri Resurrezionisti riuniti in capitolo generale. Fondati da Bogdan Janski, apostolo dei polacchi emigrati in Francia durante il XIX secolo, presenti ora in 15 Paesi distribuiti sui 4 continenti, ai Resurrezionisti è affidato anche il Santuario Mariano della Mentorella, una delle mete predilette di San Giovanni Paolo II. Il loro capitolo generale ha come tema “Testimoni della presenza del Signore Risorto: dalla comunità al mondo”.

Papa Francesco sviluppa la sua riflessione in tre punti.

Prima, il Papa invita i padri ad essere “missionari, apostoli del vivente”, e pone come esempio della Maddalena, “l’apostola degli apostoli”, che “cercava Gesù morto e lo trova vivo”, e dà la “gioiosa buona notizia che Cristo è vivo”.

Due le riflessioni che Papa Francesco fa scaturire dall’immagine della Maddalena. La prima: che “la nostalgia di un passato che è potuto essere fruttuoso di vocazioni e grandioso di opere” non deve impedire di “vedere la vita che il Signore fa germogliare nel momento presente”. La seconda: che la Maddalena e le altre donne sono “in uscita”, e come loro sono chiamate dallo Spirito, così lo Spirito chiama anche i Resurrezionisti ad essere “istituto in uscita verso le periferie umane”.

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Questo porta al secondo punto della riflessione del Papa: farsi raggiungere dal Risorto, per poi “correre di nuovo, pieni di gioia, senza indugio, alla comunità, e da essa al mondo intero per annunciare” che davvero il Signore è risorto.

Non è lecito, nota Papa Francesco, “privare” dell’annuncio della Resurrezione – “la nostra più grande certezza e il tesoro più prezioso” – quanti la stanno aspettando, e il modo concreto di manifestarla è “la vita fraterna della comunità”, accogliendo “i fratelli che il Signore ci dona”, perché l’altro “è un dono che non può essere manipolato né disprezzato; un dono da accogliere con rispetto, perché in lui, specialmente se è debole e fragile, mi viene incontro Cristo”.

Il Papa esorta dunque ad essere “costruttori di comunità evangeliche” e non “meri consumatori”, e di fare della vita di comunità “come prima forma di evangelizzazione”, con comunità “aperte alla missione”, non autoreferenziali e in grado di coltivare “la mistica dell’incontro” che fa superare i problemi.

Per questo si deve essere “profeti di gioia e di speranza pasquale”, perché “la luce del mistero pasquale fa recuperare la speranza, una «speranza affidabile», come ha detto Papa Benedetto XVI" nella Spe Salvi.

Ecco, allora – esorta Papa Francesco – che si è chiamati ad essere “risorti per far risorgere, liberati per liberare, generati a vita nuova per generare vita nuova in tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino. Questa è la vostra vocazione e missione di Fratelli della Risurrezione”.

Una vocazione che permette – dice il pontefice – “vi permetterà di ribaltare le pietre dei sepolcri e vi darà la forza per annunciare la Buona Notizia in questa cultura tante volte segnata dalla morte. Se avremo il coraggio di andare fino ai nostri sepolcri personali e comunitari, vedremo come Gesù è capace di farci risorgere da essi”. 

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