Papa Francesco “ritiene Dante Alighieri un artista di altissimo valore universale, che ha ancora tanto da dire e da donare, attraverso le sue opere immortali, a quanti sono desiderosi di percorrere la via della vera conoscenza, dell’autentica scoperta di sé, del mondo, del senso profondo e trascendente dell’esistenza”.

Bergoglio si unisce al coro dei “miei Predecessori che hanno voluto solennizzare le ricorrenze dantesche”. Attraverso un messaggio al Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Francesco si è voluto unire alla “solenne celebrazione del 750° anniversario della nascita del sommo poeta Dante Alighieri, che si tiene presso il Senato della Repubblica Italiana”, rivolgendo un “cordiale ed amichevole saluto” ai partecipanti, ed in particolare al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e al Presidente del Senato, Pietro Grasso, al ministro della Cultura, Dario Franceschini e agli studiosi del Sommo Poeta. Alla manifestazione ha partecipato anche Roberto Benigni, che ha letto l’opera dantesca in numerosi eventi in giro per il mondo.

“Dante è  profeta di speranza, annunciatore della possibilità del riscatto, della liberazione, del cambiamento profondo di ogni uomo e donna, di tutta l’umanità – scrive il Papa - . Egli ci invita ancora una volta a ritrovare il senso perduto o offuscato del nostro percorso umano e a sperare di rivedere l’orizzonte luminoso in cui brilla in pienezza la dignità della persona umana” e ad “attraversare le tante selve oscure ancora disseminate nella nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia, per giungere alla méta sognata e desiderata da ogni uomo: «l’amor che move il sole e l’altre stelle».

“Alla vigilia del Giubileo Straordinario della Misericordia – ha ricordato ancora -, che si aprirà l’8 dicembre prossimo, a cinquant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, auspico vivamente che le celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Dante, come quelle in preparazione al VII centenario della sua morte nel 2021, possano far sì che la figura dell’Alighieri e la sua opera siano nuovamente comprese e valorizzate, anche per accompagnarci nel nostro percorso personale e comunitario”.

Infatti, aggiunge Francesco, “la Commedia può essere letta, infatti, come un grande itinerario, anzi come un vero pellegrinaggio, sia personale e interiore, sia comunitario, ecclesiale, sociale e storico. Essa rappresenta il paradigma di ogni autentico viaggio in cui l’umanità è chiamata a lasciare quella che Dante definisce «l’aiuola che ci fa tanto feroci» (Par. XX, 151) per giungere a una nuova condizione, segnata dall’armonia, dalla pace, dalla felicità. È questo l’orizzonte di ogni autentico umanesimo”.