Rinnovare l’impegno per la riconciliazione. È l’appello lanciato dai Segretari Generali della Conferenza delle Chiese Europee (CEC) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) in occasione della Giornata Internazionale dei Rom, che si tiene l’8 aprile.

Sono sopravvissuti e hanno preservato la loro cultura. Ma i Rom in Europa (ce ne sono tra i 10 e i 12 milioni) sono svantaggiati, emarginati, discriminate, a volte senza possibilità di accedere ai servizi scolastici di base, all’alloggio e all’assistenza sanitaria. In occasione

Nel messaggio, i segretari di CEC e CEE incoraggiano “le comunità cristiane in Europa a continuare a sostenere il benessere dei Rom e a lavorare attivamente per porre fine a discorsi di odio e all’esclusione sociale. Dobbiamo camminare insieme. Ci appelliamo a tutti affinché gli emarginati siano accolti e sia riconosciuta la loro dignità umana in quanto dono di Dio. I Rom, con la loro tradizione, fede e cultura unica, sono anche chiamati a portare i loro valori all’interno della società europea, in quanto cittadini responsabili”.

Si legge ancora nel messaggio che “i Rom hanno un secolare senso di identità europea condivisa e di libera circolazione, attraverso i confini politici, culturali e religiosi. Sono una delle popolazioni indigene dell’Europa che non gode però di un trattamento di uguaglianza in termini di rispetto e onore tra le altre. A più di 600 anni di distanza dalla loro migrazione in Europa, la loro piena accoglienza rimane incompleta. Il fatto che essi vivano in circostanze di continua discriminazione e addirittura persecuzione è una vergogna per i Paesi europei. Abbiamo bisogno di guardare alla loro situazione attraverso i secoli, dall’Olocausto fino ai giorni nostri, riconoscendo la nostra responsabilità”.