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Giovanni XXIII e l'elogio del Rosario

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Il Rosario è “un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del «Padre nostro», dell' «Ave Maria» e del «Gloria al Padre», si intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede, per cui viene presentato alla mente come in tanti quadri il dramma dell'incarnazione e della redenzione di Nostro Signore”. Così scriveva Giovanni XXIII nella Enciclica Grata Recordatio, pubblicata nel 1959, e dedicata alla recita del Rosario per le missioni e per la pace. Una Enciclica quanto mai attuale, soprattutto nell’anno del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima.

Giovanni XXIII ricorda la sua infanzia, scandita dalla recita quotidiana del Rosario, e invita tutti a pregare “affinché gli uomini responsabili dei destini delle grandi come delle piccole collettività, i cui diritti e le cui immense ricchezze spirituali debbono essere scrupolosamente conservate intatte, abbiano a valutare attentamente il grave compito dell'ora presente”.

La recita della corona mariana - è l’invito del Papa canonizzato nel 2014 - accompagni  i giovani missionari “meraviglioso spettacolo di  giovinezze, che, superate innumerevoli difficoltà e disagi, si offrono a Dio, perché anche gli altri vengano in possesso di Cristo, sia nelle più lontane terre, non ancora evangelizzate, sia nelle immense città industriali - dove, pur nel vorticoso pulsare della vita moderna, gli animi talora si inaridiscono e si lasciano opprimere dalle cose terrene - questo spettacolo, ripetiamo, è tale da commuovere e da incoraggiare alla visione di giorni migliori”.

Papa Roncalli vede nel Rosario, inoltre, un antidoto contro “gli aridi postulati di un pensiero cristallizzato e di un'azione penetrata di laicismo e di materialismo” in modo che “si faccia tesoro di quella sana dottrina, che ogni giorno di più è convalidata dall'esperienza, e si cerchino gli opportuni rimedi. Ora questa dottrina conclama che Dio è autore della vita e delle sue leggi: che è vindice dei diritti e della dignità della persona umana; di conseguenza che Dio è nostra salvezza e redenzione!”. 

 

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