Fra le tante preoccupazioni del pontificato "una più delle altre ci sta a cuore, ed è che i sacerdoti siano tali, quali li esige la dignità del loro ministero, poiché a nostro avviso, per questa via principalmente, possiamo nutrire liete speranze dell'avvenire della religione". Lo scriveva Papa Pio X nella Esortazione Apostolica Haerent Animo, della quale tra pochi giorni ricorre il 110/mo anniversario della pubblicazione. Era il 4 agosto 1908 e il Papa scriveva questo testo ricordando il 50/mo della sua ordinazione presbiterale, il 18 settembre 1858.

Quale lo scopo di una simile Esortazione? A spiegarlo è lo stesso Pontefice. "In una simile esortazione - scriveva Pio X - non miriamo semplicemente alla vostra utilità, ma al vantaggio generale dei fedeli cattolici, che da quella non si può separare. Poiché tale non è il sacerdote che possa essere buono o cattivo semplicemente per sé, ma l'esempio della sua vita non è a dire di quali conseguenze sia fecondo sull'indirizzo della vita dei fedeli. Ove è un sacerdote veramente buono, qual tesoro è veramente largito dal cielo!".

Il Papa incitava dunque i sacerdoti alla santità "poiché chi è insignito del sacerdozio, non per sé soltanto, ma per gli altri ancora ne è insignito. Il medesimo pensiero volle esprimere Cristo, quando, a significare quale sia il fine dell'azione sacerdotale, li paragonò al sole ed alla luce del mondo, sale della terra. Ognuno sa che sale e luce Egli è principalmente per l'ufficio che ha di distribuire il pane della verità cristiana; ma chi è che ignori che un tale ammaestramento non approda a nulla, se il sacerdote non consacri con l'esempio le cose insegnate con la parola".

Per raggiungere la santità, Pio X - che sarà a sua volta canonizzato nel 1954 da Papa Pio XII - raccomandava ai sacerdoti la preghiera e la meditazione e - in conclusione - chiosava: "una cosa sola assolutamente serve per unire l'uomo a Dio, a renderlo a Dio grato, e ministro non indegno delle sue misericordie: la santità della vita e del costume".