La visita di Papa Francesco a Napoli è la quarta di un papa dell’era moderna. Prima di lui, Benedetto XVI, si recò in visita pastorale nella città partenopea il 21 ottobre 2007. Nell’occasione, in privato, volle andare nella cappella del tesoro dedicata al patrono e lì baciò il sangue del vescovo martire San Gennaro. Inoltre, partecipò al meeting internazionale sul tema “Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo”.

“L’odierno incontro – disse Papa Benedetto ai partecipanti - ci riporta idealmente al 1986, quando il venerato mio Predecessore Giovanni Paolo II invitò sul colle di San Francesco alti Rappresentanti religiosi a pregare per la pace, sottolineando in tale circostanza il legame intrinseco che unisce un autentico atteggiamento religioso con la viva sensibilità per questo fondamentale bene dell’umanità”.

“Nel 2002 – disse ancora - , dopo i drammatici eventi dell’11 settembre dell’anno precedente, lo stesso Giovanni Paolo II riconvocò ad Assisi i leader religiosi, per chiedere a Dio di fermare le gravi minacce che incombevano sull’umanità, specialmente a causa del terrorismo”.
E aggiunse: “Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli. E’ questo l’autentico "spirito di Assisi", che si oppone ad ogni forma di violenza e all'abuso della religione quale pretesto per la violenza”.

Giovanni Paolo II fece visita a Napoli per ben tre volte: la sera del 21 ottobre 1979 (di ritorno dal pellegrinaggio al Santuario di Pompei); il 25 novembre 1980 (a Capodichino, a seguito del terremoto); dal 9 al 12 novembre 1990 (la visita pastorale più lunga in una diocesi italiana).
In piazza del Plebiscito, il Papa Santo ringraziò i napoletani per la “grande ospitalità” e citò “un grande napoletano, almeno come studente e docente, san Tommaso d’Aquino”, che “insegnava “bonum est diffusivum sui”, il bene si diffonde”.

“Auguro a tutti – disse -, ai napoletani e a tutta la Campania, alle diocesi vicine, questa diffusione del bene, questa diffusione del sole. E voi che siete esperti nel sole, riconosciuti come tali in tutto il mondo, cercate anche di diffondere un po’ di questo vostro tesoro ai vostri vicini, anzi vicinissimi, e a tutti gli uomini che cercano Napoli a motivo di questo sole, che è il vostro tesoro, il vostro bene speciale”

Incontrando poi centomila giovani allo stadio San Paolo, che dopo il Padre Nostro intonarono “O’ sole mio”, Papa Wojtyla non si trattenne: ““O sole mio”. È un sole profondamente inciso nella storia. Napoli, “Neapolis”, canta il sole, Napoli canta il Cristo. Ecco questo parallelismo. Rimanga esso l’orientamento sicuro per il futuro di questa città e questo orientamento cercate voi, giovani, con un nuovo slancio, con un nuovo entusiasmo, di darlo alla vostra città”.

Primo papa dell’era moderna a giungere nel capoluogo partenopeo, invece, era stato Pio IX, il quale, durante il breve esilio napoletano (del 1848-1849), arrivò fino a Portici e a Torre del Greco.