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I Papi e la Sindone

Papa Benedetto XVI in raccoglimento davanti alla Sindone |  | ©ALESSIA GIULIANI/CPP Papa Benedetto XVI in raccoglimento davanti alla Sindone | | ©ALESSIA GIULIANI/CPP

Francesco è stato il quarto Papa - il terzo in epoca contemporanea dopo San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI - a raccogliersi in preghiera davanti alla Sindone, il telo di lino che avvolse il corpo di Gesù crocifisso. Da segnalare anche due pellegrinaggi privati nei primi anni del XIX Secolo di Papa Pio VII.

Prima di Jorge Bergoglio era stato Benedetto XVI, domenica 2 maggio 2010, a rendere omaggio al Telo. "Questo è per me - ha confessato Papa Benedetto - un momento molto atteso. In un'altra occasione mi sono trovato davanti alla sacra Sindone, ma questa volta vivo questo pellegrinaggio e questa sosta con particolare intensità: forse perchè il passare degli anni mi rende ancora più sensibile al messaggio di questa straordinaria Icona. Forse e direi soprattutto perchè sono qui come Successore di Pietro e porto nel cuore tutta la Chiesa, anzi tutta l'umanità. Ringrazio Dio per il dono di questo pellegrinaggio".

La Sindone - spiegava ancora il Papa - è icona del Sabato Santo, giorno del nascondimento di Dio: "la Sindone è stata immersa in quel buio profondo, ma è al tempo stesso luminosa; e io penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla – senza contare quanti la contemplano mediante le immagini – è perché in essa non vedono solo il buio, ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la morte di Gesù, ma intravedono la sua Risurrezione".

Giovanni Paolo II omaggiò il Sacro Lino due volte, nel 1980 e nel 1998. Papa Wojtyla parlò di "provocazione all'intelligenza" poichè la Sindone "richiede innanzitutto l'impegno di ogni uomo, in particolare del ricercatore, per cogliere con umiltà il messaggio profondo inviato alla sua ragione ed alla sua vita". Per il credente "la Sindone è specchio del Vangelo, nella Sindone si riflette l'immagine della sofferenza umana. Essa ricorda all'uomo moderno, spesso distratto dal benessere e dalle conquiste tecnologiche, il dramma di tanti fratelli, e lo invita ad interrogarsi sul mistero del dolore per approfondirne le cause. L'impronta del corpo martoriato del Crocifisso, testimoniando la tremenda capacità dell'uomo di procurare dolore e morte ai suoi simili, si pone come l'icona della sofferenza dell'innocente di tutti i tempi".

Ma la Sindone - aggiunse San Giovanni Paolo II - "è anche immagine dell'amore di Dio, oltre che del peccato dell'uomo. Dinanzi ad essa i credenti non possono non esclamare in tutta verità: Signore, non mi potevi amare di più! E rendersi subito conto che responsabile di quella sofferenza è il peccato: sono i peccati di ogni essere umano. Parlandoci di amore e di peccato, la Sindone invita tutti noi ad imprimere nel nostro spirito il volto dell'amore di Dio, per escluderne la tremenda realtà del peccato".

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