56 cardinali creati in poco meno di 4 anni di pontificato. E' il bilancio complessivo dei tre concistori di Papa Francesco: in media uno ogni anno.

La prima tornata di nomine cardinalizie targate Francesco arriva il 22 febbraio 2014, Jorge Mario Bergoglio è Vescovo di Roma da 11 mesi. Il Papa eleva al cardinalato complessivamente 19 presuli: 16 elettori - cioè con meno di 80 anni e quindi con diritto di conclave - e 3 ultraottantenni, pertanto senza diritto di partecipare all'elezione di un futuro Papa. Il primo concistoro di Francesco è il più curiale dei tre finora convocati: 4 nuovi cardinali lavorano a Roma a stretto contatto con il Pontefice: Pietro Parolin, Segretario di Stato; Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei vescovi; Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. Nel suo primo concistoro Papa Francesco guarda in particolare al suo continente, quello Latinoamericano: ricevono la porpora il successore di Papa Bergoglio a Buenos Aires, Mario Aurelio Poli; Leopoldo José Brenes Solórzano, Arcivescovo di Managua (Nicaragua); Orani João Tempesta, Arcivescovo di Rio de Janeiro (Brasile) e Ricardo Ezzati Andrello, Arcivescovo di Santiago del Cile. Dalle Americhe arrivano anche Gérald Cyprien Lacroix, Arcivescovo di Québec (Canada) e Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes (Haiti). Francesco allarga lo sguardo anche agli altri continenti: dall'Asia arrivano due nuovi cardinali: Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seul (Corea del Sud) e Orlando Beltran Quevedo, Arcivescovo di Cotabato (Filippine). L'Africa riceve due berrete rosse con Jean-Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan (Costa d'Avorio) e Philippe Nakellentuba Ouédraogo, Arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso). Infine l'Europa: Francesco riserva solo due porpore, facendo capire la sua concezione della Chiesa totalmente universale e sempre meno eurocentrica. A sorpresa il cardinalato viene assegnato all'italiano Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Senza sorpresa invece la creazione di Vincent Gerard Nichols, Arcivescovo di Westminster (Inghilterra). Tra i tre ultraottantenni spicca invece il nome del quasi centenario Loris Francesco Capovilla, Arcivescovo titolare di Mesembria, prelato territoriale emerito di Loreto (Italia) e già segretario particolare di Papa Giovanni XXIII.

Un anno dopo, il 14 febbraio 2015, Papa Francesco procede al suo secondo concistoro: i cardinali creati sono 20, 15 elettori e 5 non elettori. Il Pontefice conferma di non guardare alla Curia come punto centrale della Chiesa e nomina invece porporati provenienti da tutti i continenti. L'unico curiale a ricevere la berretta rossa è Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. 4 gli europei residenziali: il Patriarca di Lisbona Manuel José Macário do Nascimento Clemente, lo spagnolo Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid e gli italiani - anche in questo caso due vere sorprese - Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo e Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento. Per l'Africa le berrette rosse sono assegnate a Berhaneyesus Demerew Souraphiel, Arcieparca di Addis Abeba degli Etiopi (Etiopia) e ad Arlindo Gomes Furtado, Vescovo di Santiago di Capo Verde. Francesco stavolta non guarda all'America del Nord e si concentra ancora sull'America centromeridionale promuovendo Alberto Suárez Inda, Arcivescovo di Morelia (Messico); Daniel Fernando Sturla Berhouet, Arcivescovo di Montevideo (Uruguay) e José Luis Lacunza Maestrojuán, Vescovo di David (Panamá). Il Papa conferma la sua attenzione verso l'Asia, assegnandole 3 porpore che vanno a Pierre Nguyên Văn Nhon, Arcivescovo di Hanoi (Vietnam); Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon (Birmania) e Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia). 2 infine le porpore per l'Oceania che vanno a John Atcherley Dew, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda) e al 53enne Soane Patita Paini Mafi, Vescovo di Tonga.

E arriviamo così al concistoro che il Papa presiederà sabato prossimo. Francesco procederà, come è noto, alla creazione di 17 nuovi cardinali, di cui 13 elettori e 4 ultraottantenni. E anche in questa occasione non sono mancati i nomi a sorpresa. L'unico curiale è un vero neofita: lo statunitense Kevin Joseph Farrell, Prefetto del neonato Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. L'unico italiano non è nè curiale nè residenziale, bensì un Nunzio Apostolico: Mario Zenari, rappresentante del Papa in Siria. Dall'Europa arrivano anche il belga Jozef De Kesel, Arcivescovo di Malines-Bruxelles e lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di Madrid. Oltre al menzionato Farrell, il Pontefice procede alla creazione di altri due cardinali statunitensi: i primi tre del suo pontificato: Blase Joseph Cupich, Arcivescovo di Chicago e Joseph William Tobin, Arcivescovo di Indianapolis e trasferito pochi giorni fa a Newark. I nuovi cardinali latinoamericani sono 3: il brasiliano Sérgio da Rocha, Arcivescovo di Brasilia; il venezuelano Baltazar Enrique Porras Cardozo, Arcivescovo di Mérida e il messicano già Presidente del CELAM Carlos Aguiar Retes, Arcivescovo di Tlalnepantla. Dall'Africa Papa Francesco annovera nel Sacro Collegio Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui (Repubblica Centrafricana) e Maurice Piat, Vescovo di Port-Louis (Mauritius); l'unico asiatico a ricevere la porpora in questo terzo concistoro sarà Patrick D'Rozario, Arcivescovo di Dacca (Bangladesh). In rappresentanza dell'Oceania, infine, sarà creato cardianale John Ribat, Arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea). Tra gli ultraottantenni merita di essere ricordato Don Ernst Simoni, straordinario rappresentante della chiesa martire di Albania.