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Il Cardinale De Donatis ai monasteri di clausura: "Pregate per vincere questa battaglia"

Lettera del Vicario di Roma ai monasteri di clausura del territorio diocesano

Il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma |  | Diocesi di Roma Il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma | | Diocesi di Roma

“Siete davvero il cuore orante della città eterna”. Così il Cardinale Angelo De Donatis, Viacrio Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, si rivolge in una lettera inviata ai 28 monasteri di clausura sparsi sul territorio romano.

“Anche in questa circostanza dolorosa e unica della pandemia, in cui tutti siamo costretti a vivere in clausura nelle nostre case - scrive il porporato - voi monache e monaci che avete scelto il chiostro e le grate come stile liberante e santificante, diventate l'esempio di come il luogo in cui bisogna adorare è l'intimità del cuore e della famiglia”.

“I vostri monasteri - aggiunge - sono il luogo dove anche noi immersi nella vita di ogni giorno scopriamo di essere il vero Tempio di Dio. Il nostro intimo, inabitato da Dio, fa di tutta la nostra vita - anche in tempi come questo di disagio e di sofferenza - una liturgia perenne; una messa continua nel tempio interiore della Chiesa, Popolo Santo di Dio che vive in Roma. Davvero questo lo impariamo da voi che siete gente reclusa per amore e immersa nella preghiera adorante”.

“Vi chiedo - prosegue il Vicario di Roma - di ascoltare sempre l' umanità di oggi così com'è, di aprire un dialogo senza pregiudizi per riaccendere la sete profonda che ognuno nasconde, proprio come Gesù che ha accolto una donna dalla vita disordinata per farne una Sposa-Tempio, custode della più alta rivelazione di tutto il Nuovo Testamento! Vi affido tutti i piccoli e i poveri di questa città, soprattutto i giovani”.

“Vi ringrazio - conclude il Cardinale De Donatis - non di quello che fate ma di quello che siete! Padri e Madri nello Spirito che come Mosè stanno davanti all'Altissimo con le braccia alzate perché i figli del nuovo Israele vincano la battaglia contro il nemico”.

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