“‘Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Queste pecore hanno studiato per seguire Gesù e poi hanno creduto? No. Il Padre mio che me le ha date è più grande. E’ proprio il Padre che dà le pecore al pastore. E’ il Padre che attira i cuori verso Gesù”. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata stamane nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta.

Commentando il Vangelo odierno Francesco - secondo quanto riporta la Radio Vaticana - torna ad additare come cattivo esempio i dottori della legge che "avevano il cuore chiuso, si sentivano padroni di se stessi e, in realtà, erano orfani, perché non avevano un rapporto col Padre. Parlavano, sì, dei loro Padri parlavano, ma come figure lontane. Nel loro cuore erano orfani, vivevano nello stato di orfani, in condizione di orfani, e preferivano questo a lasciarsi attirare dal Padre. E questo è il dramma del cuore chiuso di questa gente”.

Invece - conclude il Pontefice - “Gesù ci invita ad essere i suoi discepoli, ma per esserlo dobbiamo lasciarci attirare dal Padre verso di Lui. E la preghiera umile del figlio, che noi possiamo fare, è Padre, attirami verso Gesù; Padre, portami a conoscere Gesù, e il Padre invierà lo Spirito ad aprirci i cuori e ci porterà verso Gesù. Un cristiano che non si lascia attirare dal Padre verso Gesù è un cristiano che vive in condizione di orfano; e noi abbiamo un Padre, non siamo orfani”.