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Il Papa ai giovani di Taizé: “Il male non ha l’ultima parola della nostra storia”

Taizé | Uno degli incontri di Taizé  | FB Taizé Taizé | Uno degli incontri di Taizé | FB Taizé

In un messaggio ai giovani di Taizé che si riuniscono a Riga in questi giorni, Papa Francesco chiede di “manifestare a parole e con azioni che il male non ha l’ultima parola nella nostra storia”.

Sono arrivati in migliaia, dall’Europa e da altri continenti, per partecipare al 39esimo incontro europeo promosso dalla comunità ecumenica di Taizé. Il tema è “Insieme per aprire strade di speranza”.

Nel messaggio – diffuso da Radio Vaticano – Papa Francesco chiama i giovani “testimoni di speranza” che “hanno scelto di lasciare i divani per vivere questo pellegrinaggio della fiducia”, la “fiducia in Gesù Cristo e Signore” che “crede in voi”.

“Manifestare a parole e con azioni che il male non ha l’ultima parola della nostra storia”. È l’invito che il Papa rivolge in un messaggio ai giovani che dal 28 dicembre al primo gennaio saranno a Riga, in Lettonia, per il 39.mo Incontro europeo promosso dalla comunità ecumenica di Taizé sul tema: ”Insieme per aprire strade di speranza”. L’incontro si tiene dal 27 dicembre al 2 gennaio. Un appuntamento a cui guardano con fiducia i leader religiosi e politici d’Europa e del mondo.

Papa Francesco incoraggia i partecipanti all’incontro ecumenico a “lasciare entrare il Signore, che non delude mai, nei loro cuori e nella loro vita”, in modo da “affrontare il futuro con gioia e far fruttare capacità e talenti per il bene comune”.

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“Con queste giornate vissute all’insegna di una reale fraternità scrive ancora il Papa - voi esprimete il desiderio di essere protagonisti della storia, di non lasciare che siano gli altri a decidere del vostro futuro”.

Il Papa ricorda che ”molte persone sono sconvolte, scoraggiate dalla violenza, da ingiustizie, sofferenza e divisioni. Hanno l’impressione che il male è più forte di tutto”, e i giovani di Taizé testimoniano – dice il Papa – “con le parole e i fatti che non è così”.

Come il Papa ha scritto nella Misericordia et misera, “è il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza”.

I giovani hanno ricevuto anche i messaggi del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e del Patriarca ortodosso di Mosca Kirill, insieme alla vicinanza espressa dai leader della Chiesa anglicana e luterana, l'arcivescovo Justin Welby e il pastore Olav Fykse Tveit.