“Siate servitori, di tutti: dei più grandi e dei più piccoli. Di tutti. Ma sempre servitori, al servizio” Il Papa lo ha ricordato ai presbiteri che ha ordinato vescovi nella Solennità di San Giuseppe, nella Basilica Vaticana. Peter Brian Wells, nunzio apostolico in Sud Africa, Botswana, Lesotho e Namibia, e Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso hanno ascoltato le riflessioni del Papa con la omelia del rituale e alcune sottolineature. “E’ Cristo che predica, Cristo che fa la Chiesa, feconda la Chiesa, Cristo che guida: questo è il vescovo”.

E il primo compito del vescovo è la preghiera: “questo lo ha detto Pietro, il giorno dell’elezione dei sette diaconi. Secondo compito, l’annuncio della Parola. Poi vengono gli altri. Ma il primo è la preghiera. Se un vescovo non prega, non potrà far nulla”.

Attenzione speciale ad ognuno, alle persone perché “dietro ogni carta c’è una persona. Dietro ogni lettera che voi riceverete, c’è una persona. Che quella persona sia conosciuta da voi e che voi siate capaci di conoscerla. Amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto i presbiteri e i diaconi. Fa piangere quanto tu senti che un presbitero dice che ha chiesto di parlare con il suo vescovo e la segretaria o il segretario gli ha detto: ‘Ma, ha tante, tante cose da fare, ma prima di tre mesi non ti potrà ricevere”. Il primo prossimo del vescovo è il suo presbitero: il primo prossimo”.

Poi un consiglio che è stile di vita: “Guardate i fedeli negli occhi. Non in obliquo: negli occhi. Per guardare il cuore. E che quel fedele tuo sia presbitero, diacono o laico, possa guardare il tuo cuore. Ma guardare sempre negli occhi”. E il Papa ha concluso: “Che il Signore vi accompagni, vi sia vicino in questa strada che oggi incominciate”.