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Il Papa ai salesiani: “Curate i nuovi media, sviluppate il volontariato”

Papa Francesco davanti alla tomba di don Bosco | Papa Francesco davanti alla tomba di don Bosco, 21 giugno 2015 | © L'Osservatore Romano Photo Papa Francesco davanti alla tomba di don Bosco | Papa Francesco davanti alla tomba di don Bosco, 21 giugno 2015 | © L'Osservatore Romano Photo

La grande passione di don Bosco per la salvezza della gioventù, e le nuove sfide educative della famiglia salesiana: sono i due poli sui quali si struttura la lettera che Papa Francesco ha inviato alla Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernandez Artime, in occasione del Bicentenario della nascita di don Bosco. Con un richiamo finale: andare nelle periferie delle reti sociali, e inviare i giovani nelle periferie esistenziali, promuovendo forme di volontariato sociale. Nel nome di Don Bosco, che insegna che “il cristianesimo è sempre sorgente di felicità.”

La lettera è datata 24 giugno, ma da poco è stata diffusa dagli stessi salesiani. Don Bosco era nato il 15 agosto 1815, e tutta la famiglia Salesiana sta festeggiando la ricorrenza. Papa Francesco ha visitato Torino per onorare la famiglia salesiana lo scorso 21 e 22 giugno, in un viaggio che era ad un tempo viaggio della memoria (la famiglia del Papa veniva da Torino e dintorni) e di omaggio verso la famiglia salesiana, che è responsabile della vocazione di Papa Francesco.

Il Papa ricorda la sua gioia nell’ “incontrare la famiglia salesiana riunita a Torino,” e mette in luce come “l’Italia, l’Europa e il mondo in questi due secoli sono molto cambiati, ma l’anima dei giovani non lo è: anche oggi i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all’incontro con Dio e con gli altri, ma ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale di emarginazione.”

Qui viene l’insegnamento di don Bosco. Che ci mostra “di non stare a guardare, ma di porsi in prima linea,” offrendo una “esperienza educativa integrale che, saldamente basata sulla dimensione religiosa, coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, considerata sempre come creata e amata da Dio.”

Basandosi sul “metodo preventivo” sviluppato da don Bosco, Papa Francesco sottolinea che “operando per l’educazione morale, civile, culturale dei giovani, Don Bosco ha agito per il bene delle persone e della società civile, secondo un progetto di uomo che coniuga insieme allegria, studio, preghiera, o ancora lavoro religione virtù.”

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Quali sono le caratteristiche della pedagogia di don Bosco? L’amorevolezza, risponde il Papa. E poi l’ambiente di famiglia, la presenza dell’educatore come padre, maestro e amico; l’assistenza; l’allegria; le espressioni artistiche; l’importanza del gioco.

Insomma – afferma Papa Francesco – don Bosco “visse la consegna totale di sé a Dio con uno slancio per la salvezza delle anime e realizzò la fedeltà a Dio e ai giovani in un medesimo atto di amore.”

Passo dopo passo, il Papa tratteggia la Chiesa “in uscita” di don Bosco, quel suo amore per i poveri, e sintetizza che “don Bosco visse una grande passione per la salvezza della gioventù.”

Cosa deve fare la famiglia salesiana oggi? Ci sono “nuove frontiere educative e missionarie” da esplorare, a partire dall’educazione dei Paesi in via di Sviluppo, presso popolazioni di dimensioni diverse. Le sfide sono quelle della Torino del XIX secolo, che viveva la sua rivoluzione industriale e allo stesso tempo lo sfruttamento e l’emarginazione. Quelle sfide – afferma Papa Francesco – “hanno assunto dimensione globale.”

Tra i problemi nuovi, il Papa ricorda la diffusione di Internet. E poi esorta la famiglia salesiana a “far rifiorire la creatività carismatica dentro e oltre le vostre istituzioni educative, ponendovi con dedizione apostolica sui sentieri dei giovani, particolarmente di quelli delle periferie.”

“Don Bosco vi aiuti a non deludere le aspirazioni profonde dei giovani,” prega Papa Francesco. E mette in luce due compiti dei quali si deve fare carico la famiglia salesiana: educare secondo l’antropologia cristiana al linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione e delle reti sociali, e promuovere forme di volontariato sociale.

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Altro compito è quello di favorire una “efficace alleanza educativa tra le diverse agenzie religiose e laiche per camminare con la diversità dei carismi a favore della gioventù nei diversi continenti,” soprattutto coinvolgendo le “famiglie dei giovani,” perché “non vi può essere un’efficace pastorale giovanile senza una valida pastorale famigliare.”

Ma tutto deve risuonare dal “primo annuncio,” ovvero l’annuncio del Vangelo e dell’amore di Cristo. “Don Bosco testimonia che il cristianesimo è sorgente di felicità,” esclama il Papa. Che incoraggia i salesiani ad assumere l’eredità del loro fondatore “con la radicalità evangelica che è stata sua nel pensare, parlare e agire, con la competenza adeguata e con generoso spirito di servizio.”