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Il Papa e l’importanza della preghiera, dell’ascolto e del movimento

Papa Francesco, Udienza |  | Lucia Ballester, ACI Group Papa Francesco, Udienza | | Lucia Ballester, ACI Group

Pregare, ascoltare i giovani e metterli in movimento. E’ quanto raccomanda Papa Francesco che ha consegnato il testo scritto e si è rivolto con un discorso a braccio ai circa 800 partecipanti al Convegno promosso dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Conferenza episcopale italiana.

Il Papa nel suo discorso a braccio, secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, procede su alcuni binari, necessari per le vocazioni: la preghiera, la porta aperta, l’ascolto, l’apostolato del camminare e la testimonianza. Lo sguardo del Papa è rivolto all’Assemblea sinodale del 2018 che avrà al centro proprio il tema: “Giovani, fede e discernimento vocazionale”.

Per Francesco la preghiera deve essere con una “porta aperta”. Per avere vocazioni, è dunque necessaria l’accoglienza dei giovani. E per spiegare cosa significhi pregare ma con la porta aperta, Francesco fa riferimento alla prima parola del motto del Convegno della Cei, “Alzati”. A Francesco è venuto in mente che “Alzati” è la stessa rivolta dall’Angelo a San Pietro quando si trovava in carcere.

“Tanti giovani magari sentono quell’esortazione: "Alzati” – dice il Papa - ma per paura si preferiscono chiudere le porte. Aprire le porte significa invece rischiare”.

Francesco ricorda infatti che ci sono diocesi ricche di vocazioni “Ho saputo di alcune diocesi che sono state benedette da vocazioni, nel mondo: alcune. Parlando con i vescovi: Ma cosa avete fatto? Ma, prima di tutto, una lettera del vescovo, ogni mese, alle persone che volevano pregare per le vocazioni: le vecchiette, gli ammalati, gli sposi”.

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Da qui un riferimento anche ai parroci italiani: “I parroci italiani sono bravi, sottolinea, basti pensare al volontariato e agli oratori, ai tanti parroci di campagna che servono diversi paesini”.

Un altro binario per procedere sulla strada giusta delle vocazioni è l’ascolto: “Dire una parola che sarà un seme che lavorerà dentro. L’apostolato dell’orecchio. E’ quindi importante, ribadisce, “perdere tempo” con i giovani”.

In ultimo, l’apostolato del camminare. “Inventare azioni pastorali – conclude Francesco - che coinvolgano i giovani, ma in qualcosa che faccia fare loro qualcosa. Nelle vacanze andiamo una settimana a 'missionare' quel popolo o a fare aiuto sociale a quell’altro o tutte le settimane andiamo in ospedale, questo, quello … o a dare da mangiare ai senzatetto nelle grandi città … I giovani hanno bisogno di questo”.