“Da più di 40 anni prego San Giuseppe, mai mi ha detto no. Dobbiamo prendere coraggio per questo”. La vostra missione “manifesta il vostro peculiare carisma di riprodurre nella vita e nell’apostolato l’ideale di servizio come lo visse San Giuseppe. A partire dall’imitazione del suo stile di vita discreto, umile e laborioso. Egli ha vissuto con fedeltà e semplicità la sua vocazione di custode di Maria e di Gesù. È stato vicino alla sua sposa nei momenti gioiosi e in quelli difficili, e con lei ha stabilito una meravigliosa familiarità con Gesù, che aveva continuamente sotto i suoi occhi”. Lo ha detto il Papa stamane ricevendo in udienza i Partecipanti al XVII Capitolo Generale degli Oblati di San Giuseppe.

Vostro compito - ha proseguito Francesco - è quello di “essere nel mondo testimoni di un peculiare messaggio, di una consolante buona notizia: che cioè Dio si serve di tutti, in preferenza dei più piccoli e umanamente sprovveduti, per impiantare e far crescere il suo Regno. La prospettiva di servire Gesù nella Chiesa e nei fratelli, con particolare attenzione ai giovani e ai più umili, possa sempre improntare la vostra vita e la vostra gioia”. 

Anche oggi possiate servire la Chiesa - ha concluso il Papa - con le caratteristiche di San Giuseppe. “l’umiltà, che attira la benevolenza del Padre; l’intimità con il Signore, che santifica tutto l’operato cristiano; il silenzio e il nascondimento, uniti allo zelo e alla laboriosità in favore della volontà del Signore, nello spirito di quella felice sintesi a voi lasciata dal Marello come motto e programma: Siate certosini in casa e apostoli fuori casa”.

Nelle case religiose - ha concluso Papa Francesco - vi sia sempre “un clima di raccoglimento e di preghiera, favorito dal silenzio e da opportuni incontri comunitari. Lo spirito di famiglia cementa l’unione delle comunità” e continuate “ad essere dappertutto testimoni di amore e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Di fronte a una cultura superficiale che esalta il possesso dei beni materiali e promettendo felicità attraverso pericolose scorciatoie, voi non mancate di stimolare i giovani a temprare lo spirito e a formarsi una personalità matura, capace di forza ma anche di tenerezza. E la gioia più grande è parlare ai giovani di Gesù Cristo: questa è la strada migliore per costruire un futuro solido”.