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Il Papa: il sogno di Dio per l'uomo è l'amore

Il Papa saluta dopo l' Angelus |  | OR/ ACI Group Il Papa saluta dopo l' Angelus | | OR/ ACI Group

La risposta di Gesù alla domanda insidiosa dei farisei non è scontata, ma  “vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore”.

Papa Francesco lo ha detto nella breve riflessione proposta prima della recita della preghiera dell’ Angelus oggi a mezzogiorno. “Gesù- dice il Papa commentando il Vangelo domenicale-  cerca anche di aiutarli a mettere ordine nella loro religiosità, a ristabilire ciò che veramente conta e ciò che è meno importante” anche perché “Gesù ha vissuto proprio così la sua vita: predicando e operando ciò che veramente conta ed è essenziale, cioè l’amore. L’amore dà slancio e fecondità alla vita e al cammino di fede: senza l’amore, sia la vita sia la fede rimangono sterili”.

Per l’oggi, il Papa ricorda che “noi siamo stati creati per amare ed essere amati. Dio, che è Amore, ci ha creati per renderci partecipi della sua vita, per essere amati da Lui e per amarlo, e per amare con Lui tutte le altre persone. Questo è il “sogno” di Dio per l’uomo. E per realizzarlo abbiamo bisogno della sua grazia, abbiamo bisogno di ricevere in noi la capacità di amare che proviene da Dio stesso. Gesù si offre a noi nell’Eucaristia proprio per questo. In essa noi riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue, cioè riceviamo Gesù nell’espressione massima del suo amore, quando Egli ha offerto sé stesso al Padre per la nostra salvezza”.

Il Papa ha poi affidato a Maria la preghiera perché “ci aiuti ad accogliere nella nostra vita il “grande comandamento” dell’amore di Dio e del prossimo. Infatti, se anche lo conosciamo fin da quando eravamo bambini, non finiremo mai di convertirci ad esso e di metterlo in pratica nelle diverse situazioni in cui ci troviamo”.

Dopo la preghiera il Papa ha ricordato che “ieri a Caxias do Sul, in Brasile, è stato proclamato Beato Giovanni Schiavo, sacerdote dei Giuseppini del Murialdo. Nato sui colli vicentini all’inizio del ‘900, fu inviato giovane prete in Brasile, dove ha lavorato con zelo al servizio del popolo di Dio e della formazione dei religiosi e delle religiose. Il suo esempio ci aiuti a vivere in pienezza la nostra adesione a Cristo e al Vangelo”.

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Saluti a molti gruppi presenti in piazza San Pietro tra cui i partecipanti al Convegno degli Istituti secolari italiani, “che incoraggio nella loro testimonianza del Vangelo nel mondo” e “la comunità Togolese in Italia, come pure quella Venezuelana con l’immagine di Nostra Signora di Chiquinquirà, la “Chinita”. Alla Vergine Maria affidiamo le speranze e le legittime attese di queste due Nazioni!”.