"Papa, cardinali, religiosi e laici devono pregare per il Sinodo, per l'unità tra Chiesa e famiglia. Al Sinodo serve la preghiera, non le chiacchiere". Così Papa Francesco stamane aprendo - sotto la pioggia - l'udienza generale in piazza San Pietro. "Una preghiera piena di amore per la famiglia e per la vita. Una preghiera che sa gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre. Questa preghiera per il Sinodo sulla famiglia è per il bene di tutti. Preghino anche quanti si sentono lontani o non sono più abituati a farlo". Il Sinodo è chiamato a dare "testimonianza dell’amore di Dio per tutte le famiglie del mondo, nessuna esclusa, dentro e fuori l’ovile".

"Dobbiamo pregare per le famiglie e per il Sinodo - ha proseguito Papa Bergoglio - affinchè tutti siano sempre più consapevoli del carattere sacro e inviolabile de lla famiglia". Ed in occasione del ventesimo anniversario dell'enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II, Francesco ha ricordato che "la famiglia occupa un posto centrale, in quanto è il grembo della vita umana. Gli sposi cristiani, celebrando il sacramento del Matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte sua si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore". Oggi - ha ancora detto il Papa - è la solennità liturgica dell'Annunciazione: non si ricorda "solo il concepimento" di Gesù "nel grembo di una madre ma anche l’accoglienza in una vera famiglia".

E prima di concludere l'udienza, salutando i lavoratori di Vibo Valentia, Papa Francesco ha ribadito il suo appello in difesa del lavoro. "Non prevalga - ha auspicato il Pontefice - la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia. No alla logica del profitto, sì alla logica della solidarietà e della giustizia. Al centro di ogni questione, specialmente di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità. E’ per questo avere lavoro è una questione di giustizia! E’ una ingiustizia non poter avere lavoro. Quando non si guadagna il pane, si perde la dignità! Questo è il dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza il lavoro, non hanno prospettive per il futuro e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose. Per favore, lottiamo su questo: la giustizia del lavoro. Dobbiamo lottare su questo".