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Il peccato deturpa l'uomo. III Domenica del Tempo Ordinario

Gesù predica in sinagoga |  | pubblico dominio Gesù predica in sinagoga | | pubblico dominio

L’evangelista S. Luca è preoccupato di dirci che il contenuto dei Vangeli, compreso il suo, sono “gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi”. I Vangeli, dunque, non raccontano miti, favole, ma eventi storici nei quali si realizzano le promesse di Dio. Proprio per questo motivo egli ha analizzato criticamente tutte le fonti che gli erano accessibili e ne ha scritto un resoconto ordinato per dare un fondamento certo alla nostra fede.

L’evangelista, nel brano che la liturgia ci propone in questa domenica, ci racconta il ritorno di Gesù a casa dopo un periodo di ministero pubblico. Entra nella sinagoga di Nazareth, luogo nel quale gli ebrei si riunivano per pregare, e legge un brano della Scrittura tratto dal libro del profeta Isaia. Il commento che offre del testo appena letto è impressionante. Egli lo riferisce a se stesso: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Cristo, dichiarando solennemente che la parola ascoltata si era realizzata in Lui, afferma, con grande chiarezza che è il Messia atteso da Israele, mandato da Dio a compiere una missione speciale: liberare i prigionieri e a ridare la vista ai ciechi.

Gesù parla della liberazione dalla prigionia del peccato, che è all’origine di ogni alienazione, di ogni forma di ingiustizia e di oppressione. Il peccato non reca alcun danno al Signore, ma fa male all’uomo perché deturpa la sua natura fatta a immagine di Dio, la offusca brutalmente e le impedisce di lasciare trasparire la luce divina presente in lei.

A questo uomo divenuto irriconoscibile, con grande premura e amore, il Signore Gesù garantisce la luce della verità, che rende realmente liberi. Nella persona di Cristo che perdona i peccatori, libera gli indemoniati, guarisce i malati, ridona la vita ai ciechi giunge a maturazione e si rende presente l’intervento di Dio in favore dell’uomo.

Da ultimo, merita di essere sottolineato che l’evangelista s. Luca utilizza ben 12 volte la solenne espressione: “Oggi”. A Natale, ad esempio, gli angeli annunciano ai pastori: “Oggi vi è nato il Salvatore”; Gesù, mentre sta morendo sulla croce, dice al ladrone: “Oggi sarai con me in Paradiso”. Che valore ha per noi questo “Oggi?”. L’ “Oggi” proclamato da Gesù si prolunga nella Chiesa. Anzi, ogni giorno della vita della Chiesa realizza l’oggi della salvezza. Questo significa che in ogni situazione umana è presente la salvezza divina e che essa si compie quando qualcuno ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica.

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