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Il Perseo di Canova un restauro nel cuore dei Musei Vaticani

Perseo con la testa di Medusa di Antonio Canova  | Perseo con la testa di Medusa di Antonio Canova  | Musei Vaticani Perseo con la testa di Medusa di Antonio Canova | Perseo con la testa di Medusa di Antonio Canova | Musei Vaticani

Tutto ha inizio nel 2004 quando ai Musei Vaticani qualcuno si accorge che il perno della testa di Medusa nella statua del Perse, straordinaria invenzione di Canova, è in pericolo e sta per cedere. Inizia così un lungo cammino che si è concluso in questi giorni con la presentazione alla stampa del restauro del Perseo di Antonio Canova custodito nei Musei Vaticani nel Gabinetto del Canova, un nicchino del Cortile Ottagono, cuore dei Musei. Nel Museo Pio Clementino, in uno dei gabinetti creati nel Settecento dall’architetto Michelangelo Simonetti intorno all’antico Cortile delle Statue, antiquarium di scultura di Papa Giulio II (1503-1513), sono esposte al pubblico tre capolavori di Canova: il Perseo e i due Pugilatori, Creugante e Damasseno.

Anche se collocate in un unico ambiente, il Perseo e i due Pugilatori furono pensate dall’artista come opere indipendenti, tanto che il loro acquisto all’inizio dell’Ottocento da parte di Papa Pio VII (1800-1823), atto a compensare le razzie napoleoniche, avvenne in modi e tempi diversi.

Il primo intervento è stato un lungo per studiare la statica della scultura e del suo basamento. Poi dopo qualche anno è iniziato il restauro. Da una parte il recupero estetico con una pulitura della superficie scultorea e nella sostituzione di alcuni perni usurati. Ma più significativo è stato l’intervento sul  basamento che è stato smontato per permettere l’inserimento al suo interno di un macchinario antivibrante in grado di assorbire e neutralizzare eventuali scosse sismiche.

“Il restauro- spiega Andrea Felice restauratore del gabinetto dei materiali lapidei- che può considerarsi completo sotto molteplici aspetti tecnici, è stato condotto coerentemente alla tecnica esecutiva adottata da Antonio Canova.  Importanti argomenti di ricerca, come un confronto analitico diretto con una seconda versione del Perseo, realizzata dallo stesso Canova e conservata al Metropolitan Museum of Art di New York, ed i gessi del Museo Gipsoteca di Canova a Possagno sono stati utili strumenti di studio per una approfondita conoscenza delle scelte tecniche adottate dal maestro durante l’esecuzione della statua.

Il restauro è stato condotto sulla base di tale studio, cercando di allontanarsi il meno possibile dai materiali e dalla tecnica originali pur garantendo l’efficacia dell’operazione ed adottando le più moderne tecnologie disponibili.  La sostituzione dei perni e degli elementi metallici è stata effettuata rispettando la conformazione e la natura degli originali.

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Le modalità di movimentazione dell’opera, di smontaggio degli elementi lapidei, l’uso dei materiali di assemblaggio e di integrazione sono stati scelti rispettando quanto eseguito ed adottato in origine nella bottega dell’artista.

Varie operazioni di formatura in gesso hanno permesso di fornire dei calchi fedelissimi della parte interna basamento marmoreo, utili alla realizzazione e all’inserimento del macchinario antivibrante appositamente studiato nei Musei Vaticani dal Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro in sinergia con il Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei. Ogni elemento e cornice marmorea del basamento è stato ricollocato senza alcuna manomissione, utilizzando le stesse predisposizioni di ancoraggio originali.

Nell’intero lavoro, il corretto dialogo fra le soluzioni tecnologiche moderne a servizio della pratica scultoria tradizionale si è dimostrato essere un fattore determinante.

Contemporaneamente al restauro del Perseo, sono stati sottoposti ad un accurato intervento di pulitura ispirato agli stessi criteri utilizzati per il Perseo anche i due pugili, Creugante e Damosseno.”

A permettere il restauro i Patrons del Northwest Chapter e del California Chapter. Il restauro è stato eseguito dal Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei con Guy Devreux  Andrea Felice e Adrian Gallimard, dal Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro con Ulderico Santamaria, Fabio Morresi, Fabio Castro, Margherita Spada, Enrico Appetito, Danilo Torbidoni e infine dal Laboratorio di Restauro Pitture e Manufatti Lignei con Paolo Violini, Simone Virdia, Marco Innocenzi, e per il Servizio Supporto e Manutenzione hanno lavorato al progetto del basamento antisismico Fabio Cristofani, Marco Rocca Galli.