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Il venerabile Bruno Marchesini: un seminarista felice

Il giovane chierico è sepolto nella cattedrale di San Pietro a Bologna

Il Venerabile Bruno Marchesini |  | pubblico dominio Il Venerabile Bruno Marchesini | | pubblico dominio

Il 29 luglio 1938 spirava il chierico Bruno Marchesini. Seminarista dell'Arcidiocesi di Bologna, il suo corpo riposa nella cattedrale di San Pietro a Bologna.

Prima del trapasso, sulle sue labbra, solo questa invocazione “Mater mea, fiducia mea”. Questa è l'invocazione alla Madonna della fiducia, venerata nella cappella del Seminario Romano Maggiore, nel quale il giovane era alunno.

Il chierico nasce  l'8 agosto 1915, in un piccolo paese della Provincia Emiliana da una famiglia semplice, ma di profonda vita cristiana .

Il suo paese si chiama Bagno de Piano, ed in questo luogo cresce nella vita parrocchiale e nella quotidianità di un ragazzo.

Nulla di speciale se non che, a dodici anni, il Cardinal Nasalli Rocca, giunto nella parrocchia per la visita pastorale, gli chiese se voleva far parte del clero, divenendo sacerdote.

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Alla domanda, il ragazzo rispose affermativamente.

Con felicità, entra nel Seminario minore Bolognese e per i successi ottenuti e gli ottimi voti viene inviato, con una borsa di studio, presso il Pontificio Seminario Romano Minore .

Giunto a Roma, la sua esistenza fu pietà, fede e devozione.

Visse la vita precisa e puntuale nello schema della ratio formationis del tempo, con slancio e sentita partecipazione.

Il rettore ed i professori ne lodarono l'esempio e la costanza nell'essere un vero alunno, pronto per la vita sacerdotale. Si faceva seguire con lealtà e seguiva i consigli e quanto altro nell'edificazione dell'alter Christus che il presbitero è chiamato ad incarnare nel ministero.

I suoi compagni sono felici di stare con lui. Composto e molto legato alla devozione mariana, presto, terminati gli studi liceali, è ammesso al Seminario Maggiore, presso la nuova sede di San Giovanni in Laterano. Nell'Ateneo Lateranense compì gli studi di Filosofia e Teologia.

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Era un ragazzo serio ma anche molto sereno sulla scelta vissuta, oltre che intrapresa.

Semplice tonsurato chiede di poter emette il voto privato di perpetua castità, promettendo a Dio il fiore della sue purezza e della dedizione. Era la notte di Natale del 1937.

Per una triste malattia, forse, una meningite spirò ancora giovane.

Poco prima di morire, fra le sue preghiere fu trovata un'invocazione che testimonia il suo amore al Sacerdozio, con il quale il chierico chiede l'aiuto di Dio e della Madonna, per giungere al suo traguardo, evitando ogni peccato che possa mettersi tra Dio e la sua anima.

Visse su questa terra con gli occhi rivolti al cielo, anelando ai beni eterni contemplati nello studio e nella preghiera. E' in corso la causa di beatificazione.