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Il vescovo di Reggio Calabria: senza speranza i giovani se ne vanno

L'arcivescovo di Reggio Calabria- Bova Giuseppe Fiorini Morosini |  | pd L'arcivescovo di Reggio Calabria- Bova Giuseppe Fiorini Morosini | | pd

“I giovani sono stanchi di sentirsi ripetere le stesse promesse. E intanto continuano a fuggire dalla Calabria”: così Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, nel suo messaggio quaresimale invita all’ascolto, rivolgendosi a chi guida la Regione Calabria, la Città metropolitana di Reggio Calabria e i Comuni, affinché facciano lo ‘sforzo di prospettare soluzioni credibili al problema del lavoro’.

Poi, l’arcivescovo invita tutti “all’ascolto di noi stessi, per capire dove ci conduce il cuore e intercettare così il desiderio di verità che portiamo dentro. Solo se riusciamo ad impostare rettamente quest’ascolto, sarà facile incontrare Dio e i fratelli”. Invita le famiglie all’educazione all’ascolto della Parola di Dio “attraverso la lettura più attenta della Bibbia, che deve avere un posto privilegiato nella nostra casa, perché strumento fondamentale per trasmettere la fede. Vi propongo di leggere assieme, in famiglia, il vangelo domenicale… Mi rivolgo soprattutto a voi mamme: fermatevi più spesso ad osservare i vostri figli; voi avete un sesto senso che sa cogliere, meglio di chiunque, la loro angoscia interiore”.

Inoltre l’arcivescovo reggino ha chiesto agli educatori e ai genitori più attenzione per i ragazzi: “State accanto ai giovani, parlate con loro, dei loro problemi. Fate capire che siete disposti a portare insieme il peso delle loro fatiche e paure. La solitudine è la vera malattia dei nostri ragazzi…

Vi invito a stare accanto ai ragazzi e ai giovani, a parlare con loro, a interessarvi di loro e dei loro problemi. Fate capire che siete disposti alla con-passione, cioè a portare con loro il peso delle loro fatiche e delle loro paure. E qualche volta stendete anche la mano per un abbraccio affettuoso: la solitudine è la vera malattia dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, che essi non riusciranno mai vincere se si affideranno alle pseudo-risposte che possono dare le droghe, il sesso per divertimento o il chiasso assordante della musica ad alto volume”.

Infatti se non c’è attenzione per i giovani, essi sono tentati dalla fuga: “A tutti mi permetto di ricordare che la disperazione è, spesso, il trampolino di lancio per rimanere vittima della delinquenza, della criminalità organizzata e delle trame, degenerate e spesso barbare, di chi vuole solo disumanizzare la vita!”

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Infine un appello anche ai giovani per non lasciarsi prendere dalla disperazione: “Mi rivolgo a voi ragazzi e giovani: approfittate anche voi di questo tempo santo, per scorgere le orme di Dio nella vostra vita e affrontare con speranza i vostri problemi; Gesù si è fatto nostro compagno ed amico. Coraggio: il tempo quaresimale ci ricorda che ogni sofferenza è solo passeggera, perché camminiamo tutti verso la Pasqua, preludio e garanzia della gioia piena che Gesù ci ha promesso”.

E per rendere il cammino quaresimale una via di resurrezione il vescovo ha invitato la popolazione ad aderire alle iniziative messe in atto dalla Caritas diocesana, che ha come slogan ‘Il dono dell’altro’, come ha spiegato il direttore della Caritas, don Nino Pangallo, nell’introduzione del sussidio: “La vecchia Europa langue, il paese continua ad essere stretto dalla recessione che impoverisce chi un tempo viveva dignitosamente e stritola chi è già da tempo povero.

I credenti sentono la fatica di essere minoranza e si sentono come vecchi, incapaci di generare. Si può ripartire da quel volto di luce, risplendente nell’ignominia della passione. Non saranno le grida invocanti il ritorno agli eterni valori a rinnovare il mondo, spesso soltanto voce di chi grida nel deserto.

Sarà solo il salire la montagna del cuore aggrappandosi al crocifisso per lasciarsi lavare dal fiume di vita del sacro costato. La via della Quaresima si gioca nel rinnovo dell’anima con una intensa ed incarnata vita spirituale, nel purificare il cuore dalle incrostazione del peccato e del compromesso, nella capacità di generare relazioni che siano dono di sé, dono dell’Altro”.

Infatti il frutto della carità raccolto durante la Quaresima sarà destinato ai centri di ascolto, particolarmente per le utenze domestiche che molte famiglie non riescono più a pagare. Inoltre, una parte delle offerte sarà destinata a due progetti internazionali: l’aiuto alla realizzazione del centro di ascolto dell’isola di Tinos in Grecia ed un sostegno alle famiglie povere di una parrocchia del patriarcato di Gerusalemme.