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In Europa per vivere insieme

COMECE | incontro di alto livello con i leaders religiosi, Bruxelles, 17 giugno 2015 | COMECE COMECE | incontro di alto livello con i leaders religiosi, Bruxelles, 17 giugno 2015 | COMECE

Sono 15 i leaders religiosi, 5 donne e 10 uomini, a rappresentare comunità cristiane, ebree, musulmane, induiste, buddiste e mormoni, di diverse aeree dell’Europa, invitati dalla Commissione europea per un dibattito su idee ed esperienze intorno al tema “Vivere insieme e accettare le diversità”. Per la Chiesa cattolica sono presenti il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della COMECE e Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari.

Reinhard Marx, ha dichiarato che al cuore della questione della coesione sociale si trovava la questione della giustizia sociale: “in agguato dietro l'alienazione ed esclusione sociale, c’è la paura che il mondo moderno rappresenta una minaccia”, e “i messaggi religiosi possono aiutare le persone a gestire le loro libertà con la responsabilità.”

Il cardinale Marx ha detto anche i migranti possono contribuire con le loro diverse origini religiosi a non aver paura dell’ altro e: “la Chiesa è ancora la spina dorsale del coinvolgimento sociale delle persone nella società civile.”

Il dibattito è stato introdotto da Frans Timmermans, primo vice-presidente della Commissione e da Antonio Tajani, vice-presidente del Parlamento europeo incaricato per l’attuazione del dialogo. Un dialogo che oggi, sottolinea in apertura  Timmermans, «è più importante che mai. Le nostre società devono affrontare sfide cruciali. Le chiese e le religioni sono tra gli attori che possono avere un ruolo di primo piano nella promozione della coerenza sociale e l’abolizione delle divisioni. I leaders religiosi presenti oggi sono dei partner per la CE, in quanto possono condividere l’esperienza che hanno nella lotta contro fondamentalismo e discriminazione». Mali sociali che secondo Tajani «possono essere sconfitti solo se restiamo uniti. Il dialogo tra le religioni è fondamentale per difendere i valori delle nostre società. Le istituzioni europee dovrebbero promuoverlo tanto a livello di capi religiosi ed esperti di teologia, quanto coinvolgendo i giovani. Dobbiamo investire di più non solo nell'economia, ma anche nel futuro dei nostri giovani».

Il cardinale Marx pone una domanda: «Consideriamo le religioni come un patrimonio del passato o come un contributo importante per il futuro della società?». Ed il rabbino capo di Bruxelles Guiggui insiste: «Bisogna rinforzare le religioni moderate in Europa, dove manca il senso della storia, della memoria e della dimensione religiosa, aperta e tollerante».

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Nel dialogo che, dopo la conferenza stampa, continua durante il pranzo di lavoro, Maria Voce ribadisce: «L’esperienza dice che i problemi non possono risolversi in modo globale, perché i bisogni sono differenziati. Quelli di una piccola città non sono gli stessi di una metropoli né quelli di una campagna. Ci vuole l’intelligenza dell’amore che fa capire i bisogni e trovare le risposte. E queste si possono trovare insieme, comunità di origine e etnie differenti che però si sentano protagonisti e parte della comunità, per migliorare l’occupazione dei giovani, l’integrazione nelle scuole, la conoscenza tra le famiglie». E porta alcuni esempi riusciti, come quello promosso dall’associazione “Città per la fraternità”, che ne collega un centinaio. Nasce nel tessuto sociale del Movimento dei Focolari e promuove progetti che hanno come obiettivo attuare il principio di fraternità. L’ultimo progetto premiato è in corso a Cannes, Francia, dove cristiani, musulmani, buddisti, ebrei hanno provato a convivere e scoprire non solo la fede, ma anche le ricchezze e le bellezze delle varie comunità, cambiando il volto di alcuni quartieri della città.

«Noi responsabili di movimenti religiosi» conclude Maria Voce, « non solo non dobbiamo essere pessimisti, ma dobbiamo portare questa voce di speranza. So che è difficile, ma possibile. E se lo facciamo insieme abbiamo una chance in più. Certo, ci vuole un’arte, un’arte che si impara. Chiara Lubich la chiamava “l’arte di amare”».

Da questo dibattito vengono offerti contributi per il primo Convegno Annuale sui Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che si terrà a Bruxelles i giorni 1 e 2 ottobre 2015, sul tema “Tolleranza e rispetto: prevenire e combattere l’odio antisemita e antimusulmano in Europa”.