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La Chiesa in numeri: pubblicati l'Annuario Pontificio 2018 e l'Annuario Statisticum 2016

La Chiesa Cattolica in Numeri | La Basilica di San Pietro | Pixabay La Chiesa Cattolica in Numeri | La Basilica di San Pietro | Pixabay

L’Annuario Pontificio 2018 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2016, la cui redazione è stata curata dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, sono in questi giorni in distribuzione nelle librerie, con un ritardo dovuto al passaggio a metodi di redazione e produzione più avanzati e performanti dei due annuari. A dare la notizia ufficiale è un bollettino della Sala Stampa Vaticana, che ha pubblicato anche tutti i dati relativi ai due libri.

Dalla lettura dei dati riportati nell’Annuario Pontificio e dell’Annuarium Statisticum si possono desumere alcune novità relative alla vita della Chiesa Cattolica nel mondo, a partire dal 2017. Tra queste l’aumento dei cattolici battezzati nel pianeta, che sono passati da 1285 milioni nel 2015 a 1299 milioni nel 2016, con un aumento complessivo relativo pari all’1,1 per cento.

La distribuzione dei cattolici, in accordo con il differente peso demografico dei diversi continenti, è diversa nelle varie aree geografiche. L’Africa raccoglie il 17,6 per cento dei cattolici dell’intero pianeta e si caratterizza per una diffusione della Chiesa cattolica assai dinamica: il numero dei cattolici passa da poco più di 185 milioni nel 2010 agli oltre 228 milioni nel 2016, con una variazione relativa pari al 23,2 per cento. Nel continente africano, in particolare, la Repubblica Democratica del Congo si conferma al primo posto per numero di cattolici battezzati con oltre 44 milioni, seguita dalla Nigeria con 28 milioni, ma anche Uganda, Tanzania e Kenya registrano cifre di tutto rispetto.

L’Europa, pur ospitando quasi il 22 per cento della comunità cattolica mondiale, si conferma l’area meno dinamica, con una crescita del numero dei cattolici nel periodo 2010-2016 pari ad appena lo 0,2 per cento. Questa variazione, d’altra parte, a fronte di una stagnazione della dinamica demografica, si traduce in un lieve miglioramento della presenza sul territorio che raggiunge nel 2016 quasi il 40 per cento. In Italia, Polonia e Spagna, l’incidenza dei cattolici supera il 90 per cento della popolazione.

“La dinamica differenziale dei cattolici battezzati nei vari continenti ha imposto un adeguamento della struttura territoriale della Chiesa al fine di renderla rispondente ai bisogni e alle esigenze di una efficace operatività dell’offerta dei servizi pastorali” – come riporta il bollettino ufficiale - in particolare, il numero delle circoscrizioni ecclesiastiche, nel periodo 2010-2016, ha registrato la crescita più consistente proprio nelle aree territoriali che hanno manifestato maggiore dinamicità della domanda di servizio pastorale. Le circoscrizioni ecclesiastiche, infatti, sono aumentate del 3 per cento in Africa e dell’1,9 per cento in Asia, a fronte di una sostanziale inerzia in Europa. Crescono ad un tasso moderato attorno all’un per cento le aree geografiche rimanenti”.

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Nel corso degli anni intercorrenti tra il 2010 e il 2016, il numero dei vescovi è aumentato del 4,88 per cento, passando da 5104 nel 2010 a 5353 nel 2016; tuttavia gli incrementi risultano differenziati dal punto di vista territoriale.

I più recenti dati riferiti al 2016 indicano anche che il numero dei chierici nel mondo è pari a 466.634, con 5353 vescovi, 414.969 sacerdoti e 46.312 diaconi permanenti.

I diaconi permanenti costituiscono il gruppo dei chierici che si accresce con notevole vivacità. L’incremento medio annuo nel corso del periodo 2010-2015 è risultato pari al 2,88 per cento, a livello planetario, ed è proseguito anche nel 2016, seppure a ritmo minore (2,34 per cento); in tale anno essi risultano essere 46.312 rispetto ai 39.564 registrati nel 2010. Le religiose professe erano 722mila nel 2010 e sono 659mila nel 2016 (con un meno 8,7%) ma restano “una realtà non trascurabile” tanto da “affiancare, quando addirittura non sostituire, l’azione dei sacerdoti”. In sei anni calano dell’1,8% i seminaristi con "motivi di preoccupazione" in Europa e America dove la diminuzione appare molto evidente mentre Asia e Africa vanno nella direzione opposta.

 

 

 

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