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La diocesi di Pyongyang fa 90 anni. E attende la riconciliazione

Festa per i 90 anni della diocesi di Pyongyang | La festa per i 90 anni della diocesi di Pyongyang, che è amministrata dall'arcivescovo di Seoul | UCA Festa per i 90 anni della diocesi di Pyongyang | La festa per i 90 anni della diocesi di Pyongyang, che è amministrata dall'arcivescovo di Seoul | UCA

È stato lo scorso 27 marzo che una grande messa a Seoul ha celebrato i 90 anni della diocesi di Pyongyang. E lo ha fatto in un clima profondamente cambiato, mentre il nuovo presidente Moon ha avviato una serie di passi per la riconciliazione tra le due Coree e si sono moltiplicate le visite del clero sud-coreano.

In questi giorni, in particolare, il vescovo Igino Kim, presidente della Conferenza Episcopale di Corea, è in visita in Corea del Nord, invitato insieme ad altri leader delle confessioni religiose. Non è la prima volta che va dall’altra parte del 38esimo parallelo, e – si spera – non sarà l’ultima.

Lo stesso Kim è stato a Roma con una lettera del presidente da consegnare al Papa, per cercare dalla Santa Sede una opera di facilitazione che faccia uscire la Corea del Nord dall’isolamento e così poter riaprire il dialogo tra Nord e Sud. Il presidente lo ha accolto con tutti gli onori al ritorno, avviando un piano di aiuti per la Corea del Nord che servirà a facilitare il percorso di riconciliazione. 

Ecco, allora, che le celebrazioni per i 90 anni della diocesi Pyongyang assumono un contorno particolare. Di mantenere la diocesi si occupa il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seoul e – per tradizione ormai consolidata – amministratore apostolico di Pyongyang. Ed è lui che ha celebrato la messa commemorativa del 90esimo della diocesi Nord Coreana con gli altri vescovi coreani e l’arcivescovo Osvalo Padilla, nunzio apostolico di Corea.

L’omelia ha voluto rimettere il tema dei fedeli in Corea del Nord al Centro. Davanti a un gruppo di circa 500 fedeli che appartenevano alla diocesi prima della guerra del 1950-53 che ha portato alla separazione delle due Coree, il Cardinale Yeom ha ricordato che “la diocesi di Pyongyang sta venendo dimentica. Il comunismo continua e la persecuzione anche, e questo è dovuto alla nostra mancanza di preghiere”. E ha chiesto di pregare la Vergine di Fatima, che aveva predetto appunto la caduta del comunismo.

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In Nord Corea c’è un minimo di attività cattolica – i missionari Maryknoll sono autorizzati a passare il parallelo un paio di volte l’anno, in quota di una missione protestante, per portare vaccini e medicinali – che però è considerata da molti solo un piccolo “show” per mostrare che non c’è vera persecuzione religiosa nella nazione.

La Messa è stata dedicata a tutti i cattolici in Corea del Nord, in particolare a tutti i battezzati (sacerdoti, religiosi laici) vissuti in questi 90 anni a Pyongyang e a quanti hanno offerto la loro vita per la fede, e tra i concelebranti c’era anche padre Gerard Hammond, missionario di Maryknoll tuttora impegnato in attività di cooperazione con la Nord Corea.

Durante la Messa, è stato posto davanti l’altare un dipinto dei 24 martiri di Pyongyang, realizzato da padre Jerome Chang Keung-sole, direttore dello Studio e laboratorio di Iconografia nell’arcidiocesi di Seul, e anche segretario esecutivo del gruppo di sacerdoti nati a Pyongyang ed ex direttore del Comitato per la Riconciliazione del popolo coreano.

Tra i 24 martiri del dipinto, ci sono il vescovo Francesco Borgia Hong Yong-ho, vittima del regime nord-coreano nel 1949, ed ora incluso nel gruppo di nuovi fedeli coreani (214 in tutto, tra vescovi, sacerdoti e laici) per i quali è in corso il processo di beatificazione.

Per il 90esimo, è stata anche allestita una mostra fotografica sulla vita della parrocchia di Pyongyang con immagini scattate tra il 1920 e il 1950. Il tema della mostra è “Alzatevi, andiamo (Matteo 26:46)”, tratto dal motto episcopale del vescovo Francesco Hong Yong-ho.