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La Roma di Sant'Ignazio, quando il santo redimeva le prostitute

La chiesa di Sant' Ignazio, Santa Marta e l'assistenza agli orfani

La chiesa di Santa Marta al Collegio Romano |  | pd La chiesa di Santa Marta al Collegio Romano | | pd

Lasciamo Porta del Popolo e la sua piazza e arriviamo attraverso via del Corso  a quella zona che sarebbe diventata la piazza della chiesa di Sant' Ignazio.

Prima della chiesa in questa zona c'era la casa del cardinale Gian Pietro Carafa, che il 23 maggio del 1555 divenne Papa Paolo IV. Padre Gonsalvo da Câmara racconta che la notizia scombussolò parecchio Ignazio. Andò in cappella e poco dopo ne uscì sereno e allegro, come se l'elezione fosse andata secondo i suoi desideri.

Era il suo ultimo anno di vita e Paolo IV non modificò le Costituzioni della Compagnia. 

La chiesa è un gioiello con la volta e le sue famose illusioni ottiche, opera dal 'fratello coadiutore' Andrea Pozzo, e non rappresenta l' apoteosi o il trionfo di sant'Ignazioè del gesuitismo, come si legge in certe guide turistiche.

La figura centrale rappresenta Cristo con la croce. Ricorda le parole di Gesù che si leggono nella liturgia della festa di sant'Ignazio:' Ignem veni mittere in terram, et quid volo nisi ut accendatur?' Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso. Dal Padre celeste, cui san Paolo attribuisce l'iniziativa della salvezza, parte un raggio

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di luce che giunge al cuore di Cristo; questo raggio si riflette sul cuore di sant'Ignazio e da questo sulle quattro parti del mondo - Europa, Asia, Africa, America ai quattro angoli, il mondo conosciuto all'epoca. I Padri della Compagnia di Gesù in queste quattro

parti del mondo aiutano fedeli e infedeli ad ascendere verso Cristo, mentre le eresie e i vizi, vinti, sprofondano nell'abisso. In primo piano in Asia la figura di san Francesco Saverio.

Particolarmente bella la piazza di fronte alla chiesa, con i palazzi che formano una vera quinta di teatro. É il rococò romano. 

Poco distante a Piazza Capranica c'è ancora una chiesa piena di ricordi ignaziani. É la chiesa di Santa Maria in Aquiro. Proprio presso questa chiesa Ignazio istituì un'opera di accoglienza per gli orfani. Le femminucce vennero poi assistite nel monastero dei Santi Quattro coronati. Una associazione di laici si occupava di reperire fondi e di gestire la casa e nel 1542 la stessa associazione iniziò a lavorare con i mendicati e i poveri della città cercando di sistemarli in ospedali e asili. Fu Leone XII nella prima metà dell'800 a sopprimere la associazione e affidare l'opera degli orfani ai padri Somaschi. La Compagnia era stata da poco ripristinata dal predecessore, Pio VII nel 1814. 

C' ancora un'altra chiesa in zona a Piazza del Collegio Romano ricca di suggestioni ignaziane. Qui il padre aveva fondato la casa per ex prostitute, anche in questo caso erano i laici a gestirla. 

Fu Isabel Roser, di Barcellona, ad occuparsi della casa e nel 1545 fece professione solenne dei voti religiosi nelle mani di Ignazio. Un anno dopo Ignazio però chiese la cessazione dei voti stessi. 

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Il Padre si recava spesso a Santa Marta seguito da alcune di quelle donne che aveva riscattato dal vizio. Lo storico Ribadeneira racconta: "Poiché alcuni gli facevano notare che tali donne, ormai inveterate e incallite in ogni sorta di vizi, facilmente ritornavano alla vecchia vita, per cui non bisognava spendere tanto impegno nel convertirle, il Padre rispondeva: "Niente affatto. Se con tutte le mie fatiche e sollecitudini potessi persuadere una di loro, per una sola notte, a rinunciare a peccare per amore di nostro Signore Gesù Cristo, non tralascerei alcuno sforzo perché, almeno per questo tempo, non offendesse Dio, anche se sapessi che dopo tornerebbe di nuovo alle vecchie abitudini" .

Come ci ricorda Padre de Aldama, già nel 1552 il padre Polanco stima che circa 300  donne  erano state riscattate dal vizio.