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La visita del Cardinale Sandri in Terrasanta, "là dove tutto ebbe inizio"

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C’è un anniversario da festeggiare, gli Ottocento anni di presenta dei Frati della Custodia di Terrasanta. Ma c’è anche una storia da raccontare, la più grande mai raccontata. Ed in fondo, i francescani di Terrasanta, rispondendo ad una speciale vocazione, sono lì per questo: per custodire la memoria del passaggio di Gesù, e in nome di questa memoria viva di istruire, educare, aiutare a vivere la fede. Tutto questo è stato celebrato dal Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, in un viaggio di sette giorni “là ove tutto ebbe inizio”.

Durante questi giorni, il Cardinale ha portato un messaggio del Santo Padre, partecipato a un convegno sulla presenza francescana in Terrasanta, visitato realtà assistenziali come lo Hogar do Ninos Dios, educative come la Betlehem University (frequentata dal 70 per cento da studenti musulmani), di accoglienza come il Monte Carmelo e delle Beatitudini, ma anche di promozione della cultura e della storia dei luoghi santi e di studi biblici, toccando gli schiavi di Magdala, il Terra Santa Museum, lo Studium Biblicum Francescanum.

Un viaggio, insomma, che fa uno spaccato di tutta l’attività cattolica in Terrasanta, senza mancare la visita dei Luoghi Santi. Nel primo giorno, nella Basilica della Natività, c’era persino un gruppo di 30 pellegrini provenienti da Shanghai, salutati dal Patriarca. E nel primo giorno, il Cardinale ha visto il lavoro delle Suore dell’Istituto del Verbo Incarnato all’Hogard Nino Dios, che da 12 anni accoglie bambini con gravi disabilità abbandonati dalle famiglie o che le famiglie non possono gestire. Tra i sacerdoti che vi operano, un parroco di Gaza.

Le celebrazioni degli 800 anni della Custodia francescana

 

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Per gli 800 anni della Custodia Francescana, Papa Francesco ha mandato un messaggio personale, e c’è stato un convegno a Gerusalemme, cui il Cardinale Sandri ha preso parte.

Nella Messa celebrata a Gerusalemme, il Cardinale Sandri ha sottolineato che “la presenza di voi frati della corda qui, nella terra di Gesù, non ha infatti nessun altra pretesa sin dalle origini, che quella di rendere sperimentabile, attraverso volti e pietre vive, il Vangelo che in queste terre è nato attraverso la presenza del Verbo fatto carne”.

E ha ricordato che “non lontano da qui, presso la pietra del Sepolcro, tutti noi professiamo la fede nel Bene che ha trionfato sul Male, nella Luce che è sfolgorata rendendo la notte chiara come il giorno, nella Croce che si è fatta Resurrezione. L’Amore non è amato, è vero, ma l’Amore continua a scegliere di amare e perdonare, dispensando la salvezza, e voi ne siete costituiti testimoni e ministri particolari, per mandato della Chiesa”.

Poi, il Cardinale ha preso la parola durante la Conferenza celebrativa, in cui ha delineato la vocazione dei frati sulla base delle immagini della “roccia e della vocazione”, la prima che “garantisce la stabilità dell’edificio fondato su di essa” e “la sicurezza delle mura costruite con blocchi da essa intagliata”, e la vocazione che nasce proprio “sulla roccia della fedeltà a Dio”.

Una vocazione che colpì San Francesco, e che è quella speciale cui sono chiamati i frati che decidono di prestare servizio in Terrasanta. “Nessuno – ha affermato il Cardinale Sandri - può dunque dire “sono qui per caso”: la dinamica che vi ha condotti qui è come l’eco di quello stessa armonia generata dallo Spirito che condusse Francesco e i suoi seguaci a deliberare le diverse missioni nel capitolo di Pentecoste del 1217, scegliendo, tra le diverse mete, anche quelle ‘terre di Oltremare’ ove ci troviamo ora”.

Insomma, la presenza dei frati in Terrasanta è “un segno di continuità all’intuizione originaria determinata dallo Spirito e poi riconosciuta e confermata come vera e propria missione di affidamento e custodia dei luoghi santi da parte dei Sommi Pontefici”.

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Una presenza che deve essere un messaggio per il Medio Oriente, perché ha una forza profetica “capace di far sentire vivendo in Medio Oriente l’attrattiva della comunione che supera le differenze e le provenienze, ma le pone a servizio della testimonianza a Cristo”. Una forza che viene anche dai frati della custodia che hanno deciso di rimanere in Siria, nonostante le difficoltà date dal conflitto.

“Il Vangelo – ha sottolineato il Cardinale Sandri - ci chiede di dialogare, se non lo facciamo ci riduciamo a moltiplicare i muri di separazione, mentre siamo chiamati ad edificare ponti di comunione”.

L’impegno ecumenico e interreligioso

Durante il viaggio, il Cardinale ha guardato anche all’impegno dell’Associazione Pro Terra Sancta, che fa anche promozione umana e sociale attraverso il Mosaic Center, e che svolge un “dialogo interreligioso pratico” con ebrei e musulmani sulla costruzioni di percorsi museali qualificati che puntano a valorizzare il patrimonio preservato presso la Custodia di Terrasanta. 

Il Cardinale Sandri ha anche incontrato gli esponenti della Chiesa greco-melkita di Akka. Da poco, la Chiesa greco-melchita ha un nuovo patriarca, dato che lo scorso maggio Il Patriarca Gregorios III Laham ha rinunciato ed è stato eletto al suo posto Youssef Absi. La comunità di Akka ha un nuovo arcivescovo dal 2014, Georges Bacouni. Il Cardinale Sandri ha detto di aver “voluto fortemente” un incontro dedicato ai greco-melkiti, perché “so le fatiche che la situazione del passato ha posto sulle spalle sul vostro nuovo pastore e su tutti voi”. Il Cardinale ha detto di ammirare “l’opera avviata di riordinamento, sistemazione e trasparenza amministrativa che si è impostata”.

Gli altri appuntamenti

Tra le altre visite del Cardinale Sandri durante questa intensa settimana, la visita alla Chiesa del Carmelo, verso la grotta del Profeta Elia; gli incontri a Nazareth nella Basilica dell’Annunciazione, dove “il sì di Maria è preparato nel silenzio e nel silenzio è custodito il mistero dell’incarnazione”; la visita alla Chiesa della Moltiplicazione dei pani a Taghba, e la visita alla Domus Galileae e al seminario Redemptoris Mater, dove studiano 33 giovani di 15 nazionalità diverse, alcuni dei quali ora in periodo di missione fuori dalla Terra Santa.

Tappa importante quella sul Monte delle Beatitudini, e poi quella centro “Duc in Altum”, affidato alla Congregazione dei Legionari di Cristo, in cui ci sono diverse cappelle anche per la preghiera ecumenica. Da lì sono venuti gli studi che hanno consentito di portare alla luce anche una parte consistente dell’antico villaggio di Magdala.

Le scuole

Molte le scuole cattoliche gestite in Terrasanta, al centro anche alcuni anni fa di una contestazione sulla mancanza di finanziamenti che sembra proseguire ancora oggi. Con il Cardinale Sandri si è comunque stabilito che si può fare “di più e meglio”, andando ad “intervenire in situazioni di povertà e marginalità”, ma con la necessità che “i soggetti interessati siano ancora più responsabili, precisi e trasparenti nella rendicontazione e nella stesura dei progetti per degli interventi straordinari”.

Le attività in Terrasanta

Poi, da segnalare un incontro nel “Cenacolino” con il Patriarca Armeno di Gerusalemme, durante il quale si sono reiterati i buoni rapporti con la Chiesa Apostolica Armena, e la visita al Terra Sancta Museum.

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E quindi, la Messa nella Basilica del Getsemani, la visita agli ulivi del Medio Evo che discendono direttamente dagli ulivi dei tempi di Gesù, la Messa a San Giacomo.

L’invito a lavorare in rete

Di certo, però, l’impegno più importante è quello dei sacerdoti. Ci sono 43 seminaristi minori e 23 maggiori, in un Seminario che sta diventando il fiore all’occhiello dell’attività in Terrasanta. Nell’incontro con i religiosi del 20 ottobre, il Cardinale Sandri ci ha tenuto a sottolineare che il seminario è legato alla Congregazione, che non si possono cambiare statuti senza consenso, e questo per rispondere a delle ipotesi ventilate nei mesi scorsi.

Perché Roma guarda alla Terra Santa con interesse, lì destinala Colletta Pro Terra Sancta del Venerdì Santo su decisione di Paolo VI, che vanno gestiti e ripartiti tra eparchie e diocesi e alcune realtà.

C’è bisogno di opere – ha sottolineato il Cardinale Sandri – perché “a poco servono cattedrali nel deserto, o istituzioni educative magari prestigiose ma che lasciano fuori i bisognosi meritevoli e dotati, se poi non aiutiamo per esempio una coppia di giovani cristiani a potersi sposare pensando nuclei abitativi a prezzi calmierati, o l’accesso alla formazione di base ad un ragazzo che non potrebbe permettersi altro per le condizioni della sua famiglia”.

E il Cardinale ha invitato a lavorare in rete, perché quanto più sarà fatto, “condividendo informazioni e intuizioni pastorali, tanto più grazie allo Spirito faremo fiorire il deserto della speranza nei cuori di tanti nostri fratelli e sorelle”.

Sono 75 le Congregazioni Religiose presenti e operanti, con 219 comunità e 1076 consacrate, senza dimenticare i 15 monasteri contemplativi, vere e proprie "scale" per mezzo delle quali Dio scende in mezzo agli uomini di questo tempo, ed essi possono salire nella contemplazione e nella lode di Gesù, Verbo incarnato.

La visita a Beit Shamal

A settembre, a Beit Shamal, dove si crede con ragionevole certezza che sia sepolto il protomartire Stefano, ci sono stati episodi di vandalismo che hanno danneggiato statue, arredi liturgici e vetrate della Cheisa a lui dedicata. Il Cardinale ha fatto il suo ingresso nella chiesa ancora come fu lasciata dai vandali, si è inginocchiato in preghiera silenziosa, prima di visitare gli spazi danneggiati. A seguire, è stato accompagnato in cripta ove trovano la sepoltura il servo di Dio Simaan Azar Srugi e un sacerdote salesiano che fu ucciso alcuni anni fa, sostandovi in preghiera, per poi visitare gli spazi esterni. Nel frattempo, la Chiesa è stata ripulita e predisposta per la liturgia di riparazione, che si è svolta attraverso la preghiera del Cardinale Prefetto, nel frattempo rivestito dei paramenti liturgici e rientrato processionalmente, l'aspersione e l'incensazione dell'altare, della croce, della Statua della Vergine e del resto dello spazio sacro.