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L'amore va accolto. IV Domenica di Quaresima

Il commento al Vangelo domenicale di S.E. Monsignor Francesco Cavina

Gesù e Nicodemo |  | pubblico dominio Gesù e Nicodemo | | pubblico dominio

Il brano di Vangelo di questa domenica di Quaresima appartiene al dialogo tra Gesù e Nicodemo che ci viene riportato nel capitolo 3 del Vangelo di Giovanni. In esso troviamo questa rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Siamo chiamati, dunque, a confrontarci con l’amore di Dio per l’umanità, per ognuno di noi.

Queste parole ci dicono che il cuore di Dio non batte solo per il Figlio suo, ma anche per noi peccatori. Cristo è il Figlio eternamente amato dal Padre tuttavia, le sue parole ci rivelano che l’amore di Dio non ha limiti, è senza barriere e confini. Si estende a tutte le sue creature e all'universo intero. Che Dio ami le sue creature è comprensibile, tuttavia le parole di Gesù ci permettono quasi di ascoltare il battito del cuore di Dio per noi. Egli nutre un amore così grande e misericordioso che, per salvarci dalla rovina e dalla morte a causa del peccato, dona ciò che ha di più caro. Dio, nel suo ardore di carità, tra il Suo Figlio Unigenito e  gli uomini ribelli, preferisce questi ultimi che pur lo offendono, lo negano, lo disprezzano.  Si tratta di una scelta che sconcerta la nostra intelligenza, ma che ci fa comprendere che Dio è veramente amore ed il suo amore per noi lo porta a compiere follie. Dio ci ama in modo possibile solo a Lui: non soltanto è per noi, vive per noi, ma “per noi e per la nostra salvezza  - come diciamo nel Credo - è disceso dal cielo e si è fatto uomo”.

Dio per testimoniarci il suo amore, dopo la creazione ed il peccato di Adamo ed Eva, ha scelto un popolo, ha donato i dieci Comandamenti, ha inviato i profeti…e nella pienezza del tempo ha mandato il Figlio amato, il quale costituisce la suprema e definitiva prova del suo amore. Noi, attraverso le parole, i gesti, i miracoli, la morte e la resurrezione di Cristo veniamo a conoscere come Dio si prende cura di noi, come opera la nostra salvezza, come ci chiama alla comunione con lui e alla vita eterna.

E’ questa la grande notizia che cambia la vita e che libera dalla solitudine esistenziale: io sono amato da Dio, qualunque sia l’oscurità e l’insignificanza della mia situazione. Anche quando mi sento abbandonato e disperso in un mondo senza senso, nel quale sembrano dominare il caso e la necessità, io sono amato da Dio. L’amore di Dio mi raggiunge e diventa storia per me attraverso i sacramenti, in particolare l’Eucarestia, e la condivisione della vita con fratelli che come me si  riconoscono salvati da Cristo.

A fronte di tanto amore sta la mia libertà! E questo ci porta a dire che, pur salvati, rimaniamo in pericolo. Dio, infatti, non ci salva senza di noi, né contro la nostra volontà. Egli attende da noi l’apertura del cuore perché l’amore non si può imporre a nessuno, l’amore va semplicemente accolto con gratitudine. Il testo evangelico ci pone davanti un duplice messaggio: Dio vuole salvare tutti perché ama tutti, ma l’uomo se rifiuta ostinatamente l’amore di Dio, corre il rischio di cadere in una rovina senza possibilità di appello.

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