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Le Stazioni quaresimali, a Santi Apostoli, gesuiti francescani e Papa Clemente XIV

Il monumento funebre di Papa Clemente XIV a Santi Apostoli  |  | OB Il monumento funebre di Papa Clemente XIV a Santi Apostoli | | OB

Il parroco della basilica dei Santi Apostoli, dove si celebra la stazione il giovedì dopo Pasqua, è il padre francescano conventuale Agnello Stoia e racconta sulla sua pagina Facebook come questa parrocchia francescana ha celebrato la Domenica delle Palme insieme all’università Gregoriana dei gesuiti.

La processione è iniziata alla Gregoriana per raggiungere la chiesa dei Santi Apostoli. Un segno di amicizia e collaborazione tra gesuiti e francescani conventuali, che qui a Santi Apostoli hanno la loro Curia Generalizia. Ma c’è dell’ironia della storia in questo rapporto. Perché proprio a Santi Apostoli c’è la tomba monumentale di Papa Clemente XIV, conventuale, che soppresse l’ordine dei gesuiti nel 1773. L’ordine viene ristabilito solo nel 1804 da Pio VII. Clemente XIV era morto poco dopo aver sciolto i gesuiti. 

Si racconta che nei tempi passati, i gesuiti venivano qui a visitare la tomba come per dire che avevano vinto loro. E che oggi a volte gli studenti della Gregoriana vengono a visitare la tomba di Clemente XIV, chissà perché, forse perché stanchi dei professori gesuiti.

Santi Apostoli è appunto la Curia dei Conventuali. Qui viveva anche un altro conventuale, Felice Peretti, che poi diventa Papa Sisto V (1585-1590), il Papa che compie la rivoluzione di rispolverare l’antica tradizione delle stazioni quaresimali. E da Papa tornava volentieri alla basilica dei Santi Apostoli.

Gli Apostoli sono Filippo e Giacomo, per le cui reliquie questa basilica è stata costruita nel VI secolo, anche se poi è stata completamente ricostruita nel Settecento. Nel 2016 proprio Padre Agnello Stoia ha fatto fare una ricognizione delle reliquie. Due reliquie dei due apostoli si possono vedere esposte dietro l’altare maggiore, sopra i resti del primitivo altare del VI secolo, mentre le altre reliquie sono state poste in un sarcofago nella grande cripta, ricostruita in stile paleocristiano nell’Ottocento, quando le reliquie sono state riscoperte. 

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Clemente XIV, il conventuale che soppresse i gesuiti, è rimasto l’ultimo Papa francescano. Oggi, come sappiamo, il Papa è gesuita è si chiama Francesco.

L’ironia della storia.

L’anno scorso il frate francescano conventuale Isidoro Liberale Gatti ha dedicato a Clemente XIV uno studio dal titolo “Il conclave del 1769 e l’elezione di Clemente XIV”. Tra altre cose, il libro sottolinea la lotta di questo Papa contro la pedofilia, che fece punire con la frusta. In un’intervista ad Avvenire l’autore commenta: “In questa severità fu un antesignano dell’azione attuale di papa Bergoglio”.