Advertisement

Letture, la cattedrale della preghiera con le parole dello pseudo Crisostomo e Peguy

Il rosone di Notre Dame  |  | www.notredamedeparis.fr Il rosone di Notre Dame | | www.notredamedeparis.fr

"Anche se il Signore nostro ha vinto e ha sollevato il trofeo, comuni sono l'allegria e la gioia di noi suoi servi".

Queste antiche parole arrivano attraversando i secoli per descrivere, oggi come allora, quel che dobbiamo sentire, in quanto credenti  nel giorno della Pasqua. Il giorno della "festa desiderata e apportarice di salvezza, il giorno della risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo, giorno che è presupposto della pace, punto di partenza della riconciliazione,  soppressione delle guerre, dissoluzione della morte, sconfitta del diavolo. Oggi gli uomini si sono uniti agli angeli".

Sono le parole di Giovanni Crisostomo nella sua Omelia della Pasqua. O, per essere più corretti, le parole dello pseudo Crisostomo,  perché l'attribuzione non è del tutto sicura.

Il testo viene pubblicato proprio in questi giorni dalla Libreria Editrice Vaticana, dopo aver riproposto  di recente un altro breve testo dello stesso autore sulla sobrietà, dal titolo "Prendi un po' di vino con moderazione",  indicato come una sorta di guida utile e profonda  per vivere e capire meglio i tempi di penitenza della Quaresima. Continua così la riscoperta di un tesoro prezioso della cultura cristiana,  come quello rappresentato da scrittori, padri della Chiesa, mistici, che oggi vengono curati e pubblicati dalla Lev a cura di Lucio Coco.

Sono testi che, pur attraversando i secoli e i millenni,  come nel caso di Giovanni Crisostomo,  non perdono nulla della loro brillantezza e luce originali. "Con la morte ha sconfitto la morte", è il grido di gioia che il santo e oratore lancia in  quei lontani giorni del 400 dopo Cristo. Un grido che risuona limpido e sicuro anche oggi, anzi oggi più che mai è necessario sentirlo risuonare. Perciò alla vigilia di questa Pasqua appare come una lettura illuminante, senza contare che può essere l'occasione per riscoprire questa figura straordinaria della storia della Chiesa: eremita, vescovo,  grande oratore, perseguitato, trascinato in esilio, morto per le privazioni e gli stenti nel suo peregrinare da un luogo di prigionia all'altro, nel deserto del Ponto,  con le ultime parole pronunciate: "In tutto sia lode a Dio ".

Advertisement

Passando ad autori contemporanei, la Effata' editrice propone una serie di libri che fanno parte di una collana dal titolo "Scrittori di Scritture". Si tratta, infatti,  di opere in cui alcuni autori danno un'interpretazione personale di fatti dell'Antico e del Nuovo testamento.  Alcuni sono incentrati su momenti legati alla passione, morte e risurrezione di Cristo.

Alessandro Zaccuri ha scelto di reinterpretare, atttaverso una rilettura personale a appassionante, un episodio che segue questi avvenimenti centrali della fede, quando il Signore risorto incontra i due discepoli in cammino verso Emmaus e loro non lo riconoscono. "Il cristiano errante. I discepoli di Emmaus", si intitola il libro, in cui  in prima persona, uno dei due discepoli, quello senza nome, narra la sua vicenda straordinaria di uomo che attende nei eccoli il ritorno del Maestro.

In questa piccola antologia ideale di letture pasquali, vogliamo introdurre anche un capolavoro importante di Charles Peguy: "Il Portico dei misteri della seconda virtù". Un'opera di poesia e di bellezza. Qualche giorno fa il mondo intero è stato sconvolto dalle immagini che arrivavano in diretta da Parigi, mentre la cattedrale di Notre- Dame veniva divorata dalle fiamme di un violento incendio. Migliaia di persone, da quel momento, hanno commentato il fatto,  hanno dato spiegazioni,  hanno dato interpretazioni e ne sono nati, come è ormai consuetudine, dibattiti,  polemiche, dai toni anche feroci. 

Noi vorremmo seguire il suggerimento della rivista Tempi, quando, per spiegare perché abbiamo bisogno della cattedrale di Notre - Dame, ha pubblicato il passo dell'opera di Peguy che ne parla. In effetti, se si leggono questi versi, si intuisce, meglio di qualsiasi altra chiacchiera o polemica, la radice di questo bisogno. 

Ossia, il bisogno di alzare lo sguardo e pronunciare una preghiera verso Colei che è "settanta e sette volte settanta volte dolorosa. A colei che è infinitamente commovente. Perché è infinitamente commossa.  A colei che è tutta Grandezza e tutta Fede. Perché è anche tutta Speranza". Una preghiera elevata alla Madre di Dio che diventa pietra, statua, guglia, navata. Una preghiera che diventa una cattedrale.

Pseudo Giovanni Crisostomo,  "Con la morte ha sconfitto la morte", Libreria Vaticana Editrice, pp.69, euro 5

More in Cultura

Alessandro Zaccuri, "Il cristiano errante. I discepoli di Emmaus", Effata' editrice, euro 6

Charles Peguy, "Il portico del mistero della seconda virtù", Medusa editrice, euro 14,50