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L'impegno per lo sviluppo del Papa. Raccontato dal Cardinale Turkson

Cardinal Peter Turkson | Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace  | Archivio ACI Cardinal Peter Turkson | Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace | Archivio ACI

È un impegno per lo sviluppo a larga scala, quello declinato dal Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e della Pace, in un incontro sul raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che si è tenuto a New York il 21 aprile 2016.

L’agenda 2030 è stata salutata da Papa Francesco come “un importante segno di speranza” nel suo discorso alle Nazioni Unite del 25 settembre 2015.

Per la Santa Sede – ricorda il Cardinal Turkson – ricorda comunque che “la realizzazione dell’Agenda 2030 ha bisogno di qualcosa di più della finanza pubblica”, e che questa deve essere combinata con finanziamenti privati basati sui valori, portando così “impegni comuni in attività finanziarie etiche per eliminare l’ineguaglianza sociale e per sviluppare una nuova ambiziosa agenda”.

La nuova ambiziosa agenda è quella sulla “cura per la nostra casa comune” di cui parla Papa Francesco nella Laudato Si. “Con la cura – ricorda il Cardinal Turkson – la linea tra il sé e l’altro si fa più sottile, evanescente, quasi scompare. Quando mettiamo da parte qualcosa di prezioso nel mondo distruggiamo anche parte di noi stessi, perché ogni cosa è completamente connessa”.

Per questo, siamo chiamati a “curare” per meglio sviluppare l’Agenda di Sviluppo, promuovendo una finanza etica e sostenibile, dice il Cardinal Turkson. Il quale ricorda poi le parole di Paolo VI nella Populorum Progressio: lo sviluppo è il nuovo nome della pace.

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Dice il Cardinale: “Seguendo il nostro mondo pieno di conflitti, questa è probabilmente la più grande sfida per la realizzazione dell’agenda 2030. Avere società pacifiche e che si prendono cura degli altri è ancora più importante che avere finanziamenti e fondi”.

E “dato che la guerra è la negazione di tutti i diritti e dello sviluppo”, il “buon governo e gli strumenti politici per il mantenimento della pace e della sicurezza per tutti sono indispensabili per la realizzazione dell’agenda 2030”.