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Lo scisma di Gallinaro: una scomunica inevitabile

Gallinaro, tempio a forma di arca | Il tempio a forma di Arca in costruzione a Gallinaro | dal blog centocinque.wordpress.com Gallinaro, tempio a forma di arca | Il tempio a forma di Arca in costruzione a Gallinaro | dal blog centocinque.wordpress.com

L’hanno chiamata “Chiesa Universale della Nuova Gerusalemme” e l’hanno costituita il 4 ottobre 2015. È stato quello il punto di non ritorno: i gruppi di Gallinaro, riuniti attorno al culto di presunte apparizioni del Bambino Gesù ad una veggente che poi avrebbe “trasferito” le sue facoltà al genero, sono incorsi nella scomunica della Chiesa Cattolica. Non si tratta di una punizione. È semplicemente la certificazione che, costituendosi come chiesa a parte, non partecipando i sacramenti, addirittura negando gli insegnamenti del Papa e dei vescovi, quel gruppo era uscito dalla Chiesa Cattolica.

Non c’è, insomma, da intingere la penna per raccontare di una punizione del Papa o della Chiesa contro la sedicente “Nuova Gerusalemme”. Alla fine, finché si trattava di gruppi di preghiera con il discutibile culto della personalità del loro leader, e con l’ancora più discutibile allontanamento dai sacramenti, la diocesi poteva ammonire, notare che tutto era incompatibile con la vita cristiana, mettere i fedeli in allerta. Nel momento in cui però ci si auto-costituisce “chiesa”, si autocertifica di fatto l’essere setta. E si mette in atto uno scisma.

Scisma che è punito appunto con la scomunica latae sententiae (canone 1364). La diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, sotto la cui giurisdizione è il piccolo comune di Gallinaro, non poteva fare altro che segnalare il fatto all’autorità competente, la Congregazione della Dottrina della Fede. E la Congregazione della Dottrina della Fede non ha potuto fare altro che confermare che ormai non c’era più possibilità, per il gruppo di Gallinaro, di stare dentro la Chiesa. A meno che questi non si fossero pentiti e non avessero chiesto di rientrare nella Chiesa Cattolica.

Visto dal punto di vista universale della Chiesa, è cronaca comune, che accade con moltissimi gruppi di preghiera che a un certo punto prendono una strada personale – basti pensare al proliferare delle sette evangelicals in America Latina. Visto dal punto di vista di una diocesi piccola, l’effetto è dirompente. Gallinaro è un piccolo comune del Frusinate di 1200 abitanti, ma l’effetto “Nuova Gerusalemme” vi ha fatto orbitare intorno fedeli provenienti anche dalle diocesi limitrofe. Tanto che un bollettino della diocesi di Salerno del dicembre 2015 ricordava ai fedeli che quanto accadeva in quel luogo era “incompatibile con la fede cattolica”.

La storia delle presunte apparizioni del Bambino Gesù a Gallinaro risale al 1974, quando Giuseppina Norcia, una veggente il cui carisma è molto noto nella zona, dice di aver ricevuto delle apparizioni mistiche. Nel 1975, la sua famiglia ha per questo costruito un piccolo tempio vicino la casa di famiglia, in cui era esposto un piccolo Gesù Bambino in ceramica e una epigrafe che chiamava il posto come “Nuova Gerusalemme”. La “cappellina” non è mai stata consacrata, eppure lì intorno si è velocemente sviluppato un via vai di fedeli, che la diocesi – allora guidata dal vescovo Luigi Minchiatti – non ha mancato di osservare con attenzione.

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All’inizio, era comunque luogo di preghiera, conversione e confessione. Ma qualcosa nel corso del tempo cambia, il gruppo si stringe sempre di più intorno alle visioni di Giuseppina, si moltiplicano guarigioni miracolose che non vengono certificate dalla Chiesa. I primi avvertimenti della diocesi risalgono al 1992.

E poi arriva, nel 2001, un documento definitivo della diocesi – allora di Sora-Aquino-Pontecorvo – firmato dai vicari Luigi Casatelli e Bruno Antonelli. Il documento chiariva che il culto di Gallinaro non era mai stato approvato da alcuna autorità ecclesiastica competente, sottolineava che “fatti presentati come straordinari o soprannaturali” non possono essere considerati tali per “origine natura e contenuto”, faceva notare che il fenomeno Gallinaro era comunque sotto osservazione perché vi si intravedeva il rischio di “un certo fanatismo religioso” e di una contaminazione di idee in contrasto con l’insegnamento Cattolico.

Non solo: Gallinaro veniva definita come “Nuova Gerusalemme”, il posto indicato dall’Apocalisse dove sarebbe avvenuto il giudizio universale. Una denominazione – scrivevano i vicari – “totalmente inaccettabile” e “pastoralmente preoccupante a causa del suo contenuto millenarista”. Le dottrine millenariste sono le credenze apocalittiche convinte che debba realizzarsi una “nuova alleanza” tra Dio e gli uomini, che si concretizzerebbe in un rinnovamento di questo mondo. Sono considerate eresie, perché solo Dio conosce la fine dei tempi.

La nota ha un impatto sulla diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, ma non sulle diocesi limitrofe. Intorno a Giuseppina Norcia si radunano sempre più persone, provenienti sempre più da territori della Campania e dell'Abruzzo. Finché la veggente muore il 5 luglio 2008, e le redini del gruppo vengono prese da Samuele Morcia, suo genero, con la pretesa che le facoltà di sua suocera gli sono state trasferite, e che anche lui è in grado di ricevere messaggi profetici sulla fine del mondo.

Nato nel 1972 a Parma, insegnante, Mario Samuele Morcia (questo il suo nome completo) ha costruito intorno a queste presunte profezie un culto della sua personalità, tanto da autoproclamarsi profeta e aver promosso la costruzione di un tempio a forma di Arca, a simboleggiare proprio la decisione del Signore di dare vita a questa Nuova Gerusalemme dell’Apocalisse.

E qui la storia dell’eresia si mescola alla questione finanziaria. La costruzione del tempio prevede una raccolta fondi ingente, e Morcia lancia così la Onlus “Casa Serena del Bambin Gesù”, che può raccogliere donazioni e i fondi del 5 per mille. Tra il 2006 e il 2012 la Onlus raccoglie 305 mila euro dal 5 per mille, frutto della sottoscrizione di 2500 persone. In più, ci sono le donazioni private, che arrivano copiose. Si parla di un piccolo impero commerciale, che in qualche modo aggrava i sospetti sul sedicente “santone”.

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Al di là dei sospetti e del modo in cui viene guidata la setta, il problema che ha portato lo scisma è alla fine la costituzione della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme.

Vale la pena leggere il comunicato ufficiale della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, firmato il 29 maggio 2016 e letto in tutte le chiese della diocesi il 5 giugno, per comprendere fino in fondo la vicenda.

La diocesi nota che “il gruppo denominato ‘Bambino Gesù di Gallinaro’ o ‘Nuova Gerusalemme’ è impegnato a diffondere in diverse località dottrine falsamente religiose e insegnamenti biblici distorti ed estranei alla verità dei testi sacri”.

Non solo. “La posizione dottrinale di tale gruppo – continua il comunicato - è dichiaratamente contraria alla fede cattolica, in quanto obbliga i fedeli a non frequentare i sacramenti, a disapprovare gli insegnamenti e la stessa autorità del Papa, a non avere relazioni con i sacerdoti e le rispettive comunità parrocchiali, a trasgredire la disciplina ecclesiastica”.

Quindi, la diocesi nota la costituzione della sedicente “chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme”, un “gravissimo abuso” di cui la Congregazione per la Dottrina della Fede è stata informata. Un abuso che “richiede che tutti i fedeli siano informati sugli errori dottrinali di tale atto scismatico, e sulle conseguenze disciplinari canoniche che ne derivano”.

Ed è per questo che “al fine di salvaguardare l’integrità della fede, della comunione ecclesiale, e dell’azione pastorale della Chiesa a favore del popolo di Dio si rende noto che le iniziative della sedicente organizzazione pseudo-religiosa denominata ‘chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme’ sono in assoluta opposizione alla dottrina cattolica, e pertanto nulla hanno a che fare con la grazia della fede e della salvezza affidate da Gesù Cristo alla Chiesa fondata sulla salda roccia dell’apostolo Pietro”.

Insomma, i fedeli sono chiamati a vigilare. E – qualora aderissero alla setta – incorrerebbero in uno scisma. Un crimine così grave da essere punito con la scomunica latae sententiae, vale a dire automatica. Perché non è la Chiesa che ha chiuso il dialogo. Semmai, è la setta che si è tirata fuori dalla Chiesa. Al di là di ogni fantasiosa ricostruzione .

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Aggiornamento: 10 giugno 2016

Riceviamo e pubblichiamo la replica della 'Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme' 

Alla cortese attenzione del Direttore

Oggetto: Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme

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La Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme intende replicare all’articolo pubblicato dalla Vostra testata giornalistica in merito alla "presa di posizione" del Vaticano nei confronti di tutti fedeli che liberamente e legittimamente si riconoscono in questa Chiesa, nella libertà di culto garantita dalla costituzione italiana.

Pertanto la Scrivente Vi invia in allegato il proprio comunicato ufficiale, già pubblicato sul sito istituzionale (www.nuovagerusalemme.it) della Chiesa; e, ai sensi dell’art.8 L. 47/1948, Vi invita formalmente a pubblicarlo integralmente e con lo stesso risalto dato al Vostro articolo (http://www.acistampa.com/story/lo-scisma-di-gallinaro-una-scomunica-inevitabile-3504).

Inoltre la Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme precisa che la libertà religiosa in Italia è garantita dalla Costituzione, che ne ha affermato il suo pieno riconoscimento nel senso più compiuto, sancendo il principio di non discriminazione su base religiosa (articolo 3), l’uguaglianza di tutte le confessioni di fronte alla legge (articolo 8), la libertà di professare il proprio credo, sia individualmente che collettivamente, di promuoverne la diffusione e di celebrarne il culto in pubblico o in privato a meno che i riti non siano contrari al buon costume (articolo 19), la libertà di espressione, di assemblea e di riunione e la libertà di organizzare associazioni religiose (articoli 17, 18 e 21).

La tutela della libertà religiosa, peraltro, è garantita anche della Corte Costituzionale che nelle sue pronunce ha progressivamente inteso la libertà religiosa nella sua più ampia accezione, affermando il suo completo rispetto nel nostro ordinamento.

Non si comprende - se non alla luce di un chiaro intento diffamatorio e tendenzioso, atto a screditare gli Enti coinvolti nella realizzazione della Casa Serena del Bambino Gesù - l’enfasi, il risalto e il clamore suscitati in accezione negativa per le donazioni del 5x1000 di cui ha beneficiato legittimamente la Onlus (fondata nel 2001 da Giuseppina Norcia e non lanciata da Samuele Morcia nel 2006) dai propri sostenitori. A tal proposito si evidenzia che la Chiesa Romana è beneficiaria, come è noto, dell’8x1000 e, grazie a questa azione, incassa circa 1.000.000.000 di euro ogni anno, contro i circa 40.000 euro della Onlus. La differenza è sostanziale. Inoltre la Chiesa Romana investe in campagna di pubblicità per la raccolta fondi dell’8x1000 l’incredibile somma di circa 20.000.000 di euro all’anno. La Onlus non ha fatto alcun tipo di pubblicità, spendendo 0 euro! La differenza è sostanziale nelle cifre e nel metodo.

Inoltre la Scrivente prende atto dell'impostazione e del taglio giornalistico che la Vostra redazione ha voluto dare alla notizia, nel titolo e nel contenuto, con il chiaro intento di screditare e denigrare la persona di Samuele Morcia, presentato ai lettori alla stregua di un aprofittatore. Mai samuele Morcia si è autoproclamato profeta, benchemeno "santone" (termine chiaramente denigratorio). Ed è totalmente falso affermare che Samuele Morcia avrebbe "ereditato" i doni di Giuseppina Norcia. I cosiddetti doni o carismi sono conferiti dallo Spirito, non dagli uomini.

Alla luce di quanto sopra specificato la Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme Vi chiede formalmente di rettificare le notizie false e tendenziose riportate. Inoltre si precisa che il termine “setta” da Voi riferito alla Chiesa non è accettabile, oltre che contradditorio, in considerazione dell'apertura di Bergoglio alle altre c.d. religioni. Infatti tale termine offensivo e denigratorio è inaccettabile e per niente ossequioso della dignità e della libertà altrui. In assenza di rettifica o nel caso in cui la Vostra testata giornalistica dovesse perseverare nell’utilizzo di toni o espressioni denigratorie, la Chiesa si riserva di tutelare la propria onorabilità e quella dei propri componenti dinanzi all’autorità giudiziaria ai sensi degli artt. 595 e 656 C.P..

Gallinaro (FR), 10/06/2016

Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme