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Marocco, il monastero di Tioumliline torna alla vita

Il 14 maggio, è stato inaugurato l’itinerario memoriale di Tioumliline. L’importanza del monastero

Arcivescovo Vito Rallo | L'arcivescovo Vito Rallo durante il suo discorso a Tioumliline | Marocnews Arcivescovo Vito Rallo | L'arcivescovo Vito Rallo durante il suo discorso a Tioumliline | Marocnews

C’erano quindici monaci benedettini, nel monastero di Cristo Re di Tioumliline, che accolse la prima confraternita cattolica in Marocco, nel 1952. Poi, il monastero è andato in rovina, è finito abbandonato, e ora c’è una fondazione, Mémoire pour l’Avenir (Memorie per l’Avvenire) che sta lavorando per ricostruirne la memoria.

Così, lo scorso 14 maggio, l’antico monastero di Cristo Re è stato protagonista di una cerimonia di inaugurazione dell’ “Itinerario memoriale di Tioumliline”.

L’itinerario nasce nel quadro del programma Dakira, finanzato dall’Agenzia USA per lo Sviluppo (USAID) in partenariato con il Consiglio Prefetturale di Meknés, proprietario del sito, l’associazione dei genitori del Liceo Tarik Ibn Zyad d’Azrou, il parco nazionale di Ifrane e le imprese locali che si impegnano nella regione di Ifrane.

Ma cosa è l’itinerario memoriale? Consiste nell’installare una segnaletica della memoria sul sito, illustrata con foto d’epoca, citazioni e spiegazioni, in modo che i visitatori prendano conoscenza della storia del sito e degli “Incontri internazionali” che lì si sono tenuti.

Secondo i promotori dell’iniziativa, questa è solo una prima tappa nel processo di riabilitazione del sito in modo che resti visibile, ne sia preservata la memoria e si continui a trasmettere il suo messaggio di apertura alle prossime generazioni.

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Lamia Radi, presidente della fondazione, ha sottolineato che “l’itinerario memoriale che proponiamo di scoprire è solamente l’inizio di un processo che speriamo lungo e durevole”.

Un’altra delle iniziative della fondazione è “Reinventare Tioumliline”, in modo da donare una nuova vita a un luogo pieno di storia e una nuova vocazione come spazio di accoglienza, animazione e trasmissione della memoria alle giovani generazioni dei marocchini e delle marocchine.

Un programma che si inscrive nel discorso che il Re del Marocco ha tenuto il 23 gennaio 2016 ai partecipanti della Conferenza di Marrakech sui “Diritti delle minoranze religiose in Terra di Islam”.

L’arcivescovo Vito Rallo, nunzio apostolico in Marocco, è anche intervenuto alla cerimonia di inaugurazione. Ha ricordato che la sua prima volta a Tioumliline è stata nel 2016, e che lì apprese che già nel 1956, tre mesi dopo l’indipendenza del Marocco, si organizzavano lì i primi incontri internazionali, “dialoghi inerreligiosi aperti a tutti, che hanno segnato la storia dell’Africa.

L’arcivescovo di Rabat Amédée Lefebvre, arcivescovo di Rabat, arrivò a Tioumliline già nel 1952, “subito dopo l’arrivo dei monaci che vi celebrarono la prima Messa”, ha ricordato l’arcivescovo Rallo. E ha sottolineato che il monastero ebbe anche il sostegno di Mohammed V.

“A Tioumliline – ha ricordato il nunzio - durante i Corsi Estivi per dieci anni (1956-1966), Musulmani, cristiani, ebrei e filosofi umanisti si sono incontrati uno spirito di rispetto e conoscenza reciproci e hanno creato lo spirito di Tioumliline’. Si parlava soprattutto dell'uomo, dei suoi valori, della risposta alle sfide dei tempi, senza dogmi e senza ideologia, in piena libertà. Avevamo a che fare grandi temi sociali, ma anche religioni, cosa le lega, di più cosa li separa”.

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L’arcivescovo Rallo ha rimarcato l’importanza del dialogo interreligioso per “costruire un nuovo mondo”, perché lo scopo del dialogo “non è quello di amalgamare le religioni diverse per creare una religione nuova e unica”, ma piuttosto di “permettere ai seguaci di ogni religione per conoscere le diverse religioni, per apprezzare e stima ciò che c'è di buono in ogni religione affinché tutti possano vivere

in pace e collaborazione. Oggi siamo sempre chiamati a camminare insieme,

convinti che il futuro di tutti dipenda anche dall'incontro tra le religioni

e colture”.