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Messa al Divino Amore, Palmieri: “Lo Spirito ci raduna, nonostante il coronavirus”

Il vescovo ausiliare del settore Est commenta il Vangelo domenicale nella consueta Messa della Diocesi di Roma al Divino Amore

Vescovo Palmieri | Il vescovo Palmieri durante la celebrazione al Divino Amore, 25 aprile 2020 | TV2000 Vescovo Palmieri | Il vescovo Palmieri durante la celebrazione al Divino Amore, 25 aprile 2020 | TV2000

Gesù è venuto per radunare tutti i popoli sotto la sua parola, e lo Spirito Santo è la forza attrattavi di Dio. E la Chiesa è al servizio di questo progetto di radunare tutti sotto Cristo, anche “in tempo di coronavirus”, quando i modi sono diversi, ma c’è sempre “l’azione dello Spirito Santo che entra nelle nostre case chiuse, come nella comunità dei discepoli al cenacolo, per radunarci e farci diventare un solo corpo con il corpo del figlio”.

Il vescovo Giampiero Palmieri, ausiliare del settore Est, celebra la Messa organizzata dalla Diocesi di Roma al santuario del Divino Amore. Il Vangelo che commenta è quello dell’incontro di Gesù risorto con i discepoli di Emmaus che tornavano a casa, preceduto dalla Prima Lettura in cui Pietro prende la parola in Pentecoste.

Il vescovo Palmieri ricorda che la missione di Gesù sulla terra, come da risorto, è quella di “attirare tutti gli uomini a sé, ebrei e pagani”, perché “tutti sono chiamati a far parte del popolo di Dio”. Ricorda il vescovo Palmieri che quando Gesù entra a Gerusalemme, piange, e dice che avrebbe voluto radunare tutti intorno a sé “come una chioccia i suoi pulcini”.

“La chioccia aprirà le ali sulla croce”, chiosa il vescovo Palmieri. E sottolinea che Gesù va dai discepoli di Emmaus perché “non può sopportare che la sua comunità si disperda”. E i discepoli stavano tornando a casa, avevano visto il sepolcro vuoto, ma anche l’agitazione dei discepoli. Erano “persone serie”, e “quando una comunità comincia a delirare, le persone serie se ne vanno”. Così, i due discepoli di Emmaus stavano tornando a casa loro, alla vita prima di Gesù.

Ma la piccola comunità cristiana non si può disperdere, perché – spiega il vescovo Palmieri – “è al servizio della missione di Gesù di radunare intorno a sé ogni essere umano”. E così Gesù si avvicina ai discepoli, “spiega loro le Scritture e spiega con l’aiuto delle Scritture cosa è successo. “Spiega che questo è quanto Dio ha preordinato fin dalla fondazione del mondo, spezza il pane e si fa riconoscere. E i discepoli subito tornano nella comunità ad annunciare”.

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È per questo che “”il giorno di Pentecoste, Pietro si alza e si rivolge ai figli di Israele, continua l’opera di Gesù, tutti devono essere radunati intorno a Gesù risorto, per diventare un solo corpo con Gesù risorto”.

Si comincia a Pentecoste – conclude il vescovo Palmieri – perché “lo Spirito Santo è la forza attrattiva di Dio, donata ad ogni cuore umano. Anche i discepoli di Emmaus sentono che il loro cuore arde”.

E la Chiesa è al servizio di questa missione di Gesù, anche oggi, anche in tempo di coronavirus, anche senza la possibilità di partecipare alle Messe.