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Misericordiae vultus, l'amore del Padre per trovare il giusto cammino

Perdono alla donna adultera - particolare  Santuario di san Giovanni Paolo II  Cracovia - Polonia  Giugno 2013 |  | Centro Aletti Perdono alla donna adultera - particolare Santuario di san Giovanni Paolo II Cracovia - Polonia Giugno 2013 | | Centro Aletti

“La misericordia ha vinto, l’amore ha invaso tutto, e davanti all’uomo che confessa il peccato si spalanca l’infinito della misericordia di Dio. È Agostino, nel suo Trattato sul Vangelo di Giovanni, che ce ne dona una sintesi mirabile, con una frase che è impossibile non citare contemplando l’episodio dell’adultera. Quando tutti se ne vanno, e resta Gesù solo con la donna, ecco il commento del grande Santo di Ippona: “Relicti sunt duo, misera et misericordia”.”

Sono queste le conclusioni della riflessione che Bruna Costacurta Direttore del Dipartimento di Teologia Biblica della Pontificia Università Gregoriana ha proposto al Convegno della Penitenziaria Apostolico sulla Misericordiae vultus.

La professoressa ha riletto Un testo che sembra sintetizzare tutta la storia di Israele sotto il segno della misericordia divina: il Salmo 136. Molto conosciuto per il suo stile litanico con quel “perché eterna è la sua misericordia”. Il salmo è citato dal Papa nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia: “La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia”, come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre”.

La studiosa spiega il senso ebraico del rîb, una forma di controversia giuridica che nel testo biblico diventa la realtà di riferimento per capire l’atteggiamento e l’azione di Dio nei confronti del peccatore.

Costacurta rilegge poi il racconto evengelico dell’ adultera e chiosa: “E Gesù fa chiarezza. La legge viene superata, ma segnalando il peccato: degli accusatori e dell’accusata. Non si rinnega la legge, ma si mettono gli accusatori davanti alla loro realtà; ed essi, uno alla volta, si allontanano”. E aggiunge: “Accettando il perdono, la peccatrice diventa creatura nuova (cfr. Sal 51,9-12), è ora possibile per lei vivere una vita diversa, senza più peccato. E anche per quelli che se ne sono andati si è aperta la strada della conversione, perché hanno iniziato a camminare nella verità”.

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