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Mons. Ruzza: “Lavoro per dire a tutti che la Chiesa è viva"

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Come vive il Giubileo il settore di Roma Centro? Lo spiega, in una intervista ad ACI Stampa, monsignor Gianrico Ruzza,  da aprile vescovo ausiliare della diocesi di Roma per quel settore. Prima era parroco di San Roberto Bellarmino ai Parioli, la chiesa della quale era titolare il cardinale Jorge Mario Bergoglio fino al 13 marzo 2013 quando fu eletto Papa, ogni giorno si adopera per il bene di sacerdoti e parrocchiani. 

Come le parrocchie del settore Roma Centro stanno vivendo il Giubileo?

Le parrocchie del Centro sono coinvolte come le altre parrocchie con iniziative specifiche per far vivere il Giubileo come percorso spirituale ai loro fedeli. Alcune parrocchie hanno celebrato insieme alle “sorelle” della Prefettura il passaggio della Porta Santa. I vari momenti previsti nell’anno sono stati sottolineati con modalità differenti a seconda delle sensibilità delle singole comunità. Alcune parrocchie ed alcune rettorie, poi, sono sollecitate all’accoglienza per il grande afflusso dei pellegrini che giungono a Roma: stanno vivendo questo ministero dell’accoglienza con tanto impegno ed anche con un po’ di fatica.

Quali sono i punti di forza delle parrocchie del centro?

I punti di forza, per quello che ho potuto vedere delle chiese del centro (meglio definirle così perché nel settore centro la grande ricchezza va anche oltre l’entità delle singole parrocchie, avendo alcune chiese che hanno una forte tradizione spirituale, ma non esprimono l’organizzazione tipica di una parrocchia intesa in senso classico), sono le grandissime risorse, soprattutto di creatività nell’annuncio e nella vicinanza ai bisogni dei poveri. Davvero, è bello vedere che anche in situazioni sociologiche complesse (l’età anziana, una popolazione molto diradata, la fatica di aggregarsi e di sentirsi appartenenti, la solitudine, il problema dell’afflusso di persone di altri quartieri e il disturbo delle notti di divertimento) le Comunità e i sacerdoti ce la mettano tutta per dare segni di vitalità e di gioia nella testimonianza della fede. Mi sia permesso di dire che anche i sacerdoti che ho incontrato sono veramente bravi e generosi: un vero dono per la nostra Chiesa locale.

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E quali sono i punti di debolezza?

Certo il rapporto col territorio qui è molto più complesso. La sfida è il superamento di una pastorale tradizionale e l’accrescimento di qualcosa che già in parte esiste, che è la pastorale di accoglienza, di incontro personalizzato con chi entra in chiesa solo per un momento di preghiera o magari per una curiosità artistica. Qui i preti devono fare uno sforzo grande per essere sempre disponibili e “inventarsi” una modalità di nuova per essere presenti. Molti già lo fanno e molto bene, sono sicuro che nel futuro potremo migliorare ulteriormente.

Cosa può fare il loro vescovo per aiutarli e sostenerli?

Io cerco di essere presente e di stare vicino ai sacerdoti condividendo le loro problematiche e cercando insieme le possibili soluzioni. Spero che tutti i sacerdoti mi sentano uno di loro, che vive accanto a loro e che le Comunità sappiano che il loro Vescovo ausiliare è al pieno servizio per accompagnarle e nutrirle alla luce della Parola di Dio e del dono della vita sacramentale.

Ci può anticipare qualche iniziativa o qualche evento previsto per le parrocchie?

Ho appena iniziato, ma posso dire che un mio desiderio grande è quello di fare qualcosa per dire a tutti coloro che vengono nelle nostre strade (anche ai giovani del venerdì e sabato sera) che la Chiesa è viva, vuole dialogare, può offrire loro qualcosa di bello e si significativo. Per ora è solo un sogno, ma…. Papa Francesco ci ha detto che dobbiamo sognare e allora, perché no?  Ovviamente pregando e chiedendo ispirazione. Per il resto, ho altre idee ma è opportuno che le condividiamo in spirito di collaborazione e di corresponsabilità pastorale coi sacerdoti e gli operatori pastorali. Certamente, l’anno che stiamo iniziando, che sarà di riflessione e di approfondimento dei temi dell’amore e della famiglia, alla luce di Amoris laetitia, sarà un grande ricchezza che ci farà crescere e ci metterà dentro il cuore una sana “inquietudine” : ciò che serve per sentirsi ancora una volta, una volta di più missionari!

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