Advertisement

Müller: la speranza cristiana antidoto al nichilismo

Un momento della presentazione del libro Un momento della presentazione del libro " Indagine sulla speranza" . Navarro rettore della PUSC, il cardinale Müller e l'arcivescovo Fisichella | | AA

Negli anni ’80 fu il “ Rapporto sulla Fede” di Joseph Ratzinger, oggi arriva la “Indagine sulla speranza” di Gerhard Ludwig Müller. Due Prefetti della Congregazione per la Dottrina della Fede che si lasciano intervistare sullo stato della Chiesa nel momento contemporaneo.

Il libro intervista dell’attuale prefetto è un dialogo con Carlos Granados, sacerdote e studioso, curatore della edizione spagnola dell’ Opera Omnia di Benedetto XVI, e la “indagine” è davvero una ricerca sistematica delle questioni che oggi mettono in crisi la speranza, ma anche una serie di risposte che riportano il lettore alla comprensione piena dalla “speranza cristiana”.

Si parla di quel realismo cristiano che non è una utopia, di una Chiesa di peccatori, certo, ma che non deve e non può cedere alla tentazione del nichilismo.

Il contrario esatto della speranza cristiana. Nella presentazione del libro l’arcivescovo Fischella ha voluto rileggere un passo della storia degli studi moderni delle filosofie da parte delle università cattolica. Gli studi sul marxismo ad esempio, che ebbero molto spazio, ma che sono finiti nel dimenticatoio. Il marxismo è morto, finito. Ma non così il nichilismo, più subdolo e invadente perché non legato ad un sistema politico. Ecco il nichilismo insidia la speranza anche dentro la Chiesa.  Il libro di Müller sembra quasi un antidoto che in chiave decisamente pastorale possa sconfiggere il nichilismo strisciante.

Lo si vede già da come è strutturato: Cosa possiamo sperare da Cristo, dalla Chiesa, dalla famiglia, dalla società?

Advertisement

E all’interno ci sono tutte le questioni più attuali, dal clericalismo alla comunione ai divorziati risposati, fino alle riflessioni sulla democrazia, e sul rapporto con le altre religioni, la Riforma, la cultura.  C’è anche una domanda interessante: cosa possiamo sperare dal Papa?

In un mondo in cui la figura del Pontefice va nelle copertine delle riviste il cristiano che deve “sperare”? Il cardinale risponde che si deve stare attenti ad un falso papismo, ad una ecclesiologia mondana “denunciata tra l’altro da Papa Francesco”. 

E ci spiega: “ Mi ha colpito che alcuni grandi  nemici di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, che hanno minato la fondamenta della teologia in altri periodi, adesso si siano convertiti in una forma di papismo che mi fa un po’ paura. Ritorniamo alle discussioni del Concilio Vaticano I, con l’idea che quasi tutte le parole del Papa siano infallibili. Ma il Papa non è il Messia, è il Vicario di Gesù Cristo, il servo di Gesù Cristo. I media vedono il Papa come un personaggio, ma Papa Francesco ricorda sempre di dover confermare nella fede. Nei primi giorni del suo pontificato Papa Francesco, quando in piazza lo applaudivano diceva: applaudite Gesù non me. E questa è la sana prospettiva del papato. Non è bene che la gente, leggendo qualcosa su Papa Francesco, vada dal vescovo o dal parroco dicendo: il Papa ha detto.... Perché il pastore della parrocchia è il parroco ,e il vescovo in diocesi, nella comunione visibile con il Papa. Non si deve concentrare tutto sul Papa, perché il vescovo il parroco sono i pastori del gregge. Non si deve cadere in un certo papismo. I veri amici del Papa non sono gli adulatori, ma quelli che collaborano con lui, con i vescovi per sostenere la fede. Certo i media hanno cambiato molto le cose, ma la cosa importante è vivere concretamente la Chiesa particolare in unione con il Papa”.

Il libro "Indagine sulla speranza" è edito da Cantagalli.