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Non possiamo permetterci un mondo senza madri, la riflessione di una giornalista

Debora Donnini racconta il magistero attraverso la sua esperienza personale

La copertina del libro |  | Chirico Cantagalli La copertina del libro | | Chirico Cantagalli

Si fa un gran parlare di ruolo della donna nella Chiesa, di come i Pontefici negli ultimi decenni abbiano dato importanza al genio femminile e c’è un dibattito acceso in certi settori sul sacerdozio femminile. E poi ci sono le leggi, i problemi di violenza, le discriminazioni anche solo accennate nel lavoro.

A fare il punto su alcune di queste questioni con l’ottica di una una giornalista che lavora nel mondo ecclesiale è Debora Donnini. Venti anni di Radio Vaticana, un figlio e una attenta osservazione a molte delle questioni femminili ma senza mai diventare femminista.

Dalla sua esperienza è nato un libro agile e di facile lettura: “ Finchè non sorsi come madre” edito da Chirico Cantagalli.

C’è un attacco alla maternità in Italia e nel mondo? Sembra questa la domanda cui Donnini risponde con una serie di approfondimenti che vanno dalle radici bibliche della lotta alla pedofilia ai gesti dei pontefici in un viaggio tra magistero e riflessione personale.

E il titolo stesso è una chiave di lettura, una frase dal Libro dei Giudici. Interessanti la prefazione e la postfazione.

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La prima di un giurista Alberto Gambino e la seconda di un biblista, Padre Francesco Giosuè Voltaggio.

Gambino presidente nazionale di Scienza e Vita mette in luce la questione della tutela dei figli nelle legislazioni contemporanee, e Padre Voltaggio ricorda e mette in luce quanto di femminile ci sia nella Sacra Scrittura ma anche nei Padri della Chiesa.

Scritto e pubblicato in tempo di coronavirus il libro ha il pregio di rendere chiaro a credenti e non che il ruolo della donna nella Chiesa non è una invenzione recente.

E del resto basta ricordare in tempi moderni le parole di Giovanni Paolo I  che varie volte ricordava  come Dio sia padre ma anche madre. Nell’angelus del 10 settembre del 1978 disse: “noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. E' papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi se per caso siamo malati di cattiveria, fuori di strada, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore”.

Ecco il libro di Debora Donnini ci ricorda che non possiamo permetterci una società senza madri. E non solo biologiche.