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Omosessualità: ci vuole "Coraggio" per una pastorale della castità

Don Philip Bochanski durante una conferenza di Courage | Don Philip Bochanski durante una conferenza di Courage | courageitalia.it Don Philip Bochanski durante una conferenza di Courage | Don Philip Bochanski durante una conferenza di Courage | courageitalia.it

Si chiama “Coraggio”, ed è qualcosa di più che una associazione o un gruppo di sostegno per “cattolici con attrazione per lo stesso sesso”, è una sfida pastorale. Ma anche una testimonianza concreta in vista del prossimo sinodo per la famiglia. Courage è stato fondato nel 1980 dal servo di Dio Terence Cooke, arcivescovo di New York, per aiutare i cattolici con attrazione per lo stesso sesso a vivere in castità secondo gli insegnamenti della Chiesa. EnCourage è il gruppo affiliato per familiari, coniugi, e amici di uomini e donne con attrazione per lo stesso sesso. In Italia l’Apostolato Courage è presente dal giugno del 2012 e il numero dei membri è cresciuto gradualmente. Attualmente sono attivi gruppi che si riuniscono con regolarità a Roma, Torino e Reggio Emilia.

Recentemente il quotidiano Avvenire ha incontrato Philip Bochanski, associate director di Courage International e, tra i temi della intervista il primo posto l’ha avuto quello delle risposte al questionario diffuso dalla Segreteria generale del Sinodo, in vista dell’assemblea ordinaria del prossimo ottobre. Sul tema della omosessualità ci sono tre domande  con tre domande: “Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale? Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?” Bochanski, risponde con la esperienza concreta di Courage che “cerca di fornire una chiara comprensione dell’antropologia cristiana, ovvero, come e perché l’essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio, e dell’insegnamento morale della Chiesa sulla sessualità e sulla virtù.” Una vera cura pastorale spiega Bochanski che incoraggia “a frequentare i sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione, cerchiamo di rafforzare la loro amicizia con Cristo.” Certo in 35 anni il clima nella società è cambiato. A volte quelle che Papa Francesco ha chiamato fazioni o "lobby", gay “criticano i nostri sforzi per offrire formazione e cura pastorale, arrivando anche a dimostrare contro i nostri convegni. Siamo attenti a proteggere la riservatezza dei nostri membri, non rendiamo pubblici orario e luogo delle nostre riunioni. Spesso la critica che ci viene rivolta è frutto di un fraintendimento, tuttavia siamo contenti per l’opportunità di dialogo con gli altri che ci offre, nella speranza di risolvere i malintesi.”

Il primo passo “è una comprensione integrata dello scopo della sessualità, del desiderio sessuale e dell’intimità, e della volontà di vivere secondo il disegno di Dio sulla sessualità”, poi “occorre la volontà di accettare la Parola di Dio come regola in base alla quale organizzare la propria vita e su cui costruire tutte le proprie relazioni.” Una formula che prevede cinque obiettivi: “Il primo obiettivo- spiega don Bochanski ad Avvenire- è la castità, il percorso comincia dalla comprensione del significato e dello scopo della sessualità, e dalla volontà di rispettare il progetto di Dio” un obiettivo che “può essere raggiunto solo se ci si impegna anche a una vita di preghiera, fondata sui sacramenti, la Parola di Dio, e la direzione spirituale.”

Un impegno che si sostiene con l’aiuto reciproco. Non è una psicoterapia, “si tratta di qualcosa di molto differente da un tentativo di "riparare" o "aggiustare" una persona, come se si fosse alle prese con una malattia mentale. Chi ha un’intima comprensione di come gli esseri umani si relazionano, ha dimostrato come modalità abituali di reagire a sentimenti o situazioni particolari possano rendere una persona maggiormente soggetta alle tentazioni. Alcuni ritengono che, oltre alla direzione spirituale e ai sacramenti, la possibilità di parlare delle loro esperienze e della loro condizione con qualcuno in grado di capire queste modalità di reagire, pensare e comportarsi – psicologi e terapeuti con un’adeguata formazione etica e professionale - possa offrire intuizioni che sono d’aiuto nell’impegno per essere casti.”

L’iniziativa Fondata negli Stati Uniti è guidata da padre Paul Check e prevede cinque obiettivi: 1) Vivere una vita casta secondo l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità. 2) Dedicare integralmente la propria vita a Cristo attraverso il servizio agli altri, la lettura spirituale, la preghiera, la meditazione, la direzione spirituale individuale, la partecipazione frequente alla Messa e la ricezione frequente dei sacramenti della Riconciliazione e della Santa Eucaristia. 3) Stimolare uno spirito di fratellanza in cui tutti possano condividere pensieri ed esperienze, e così garantire che nessuno debba affrontare i problemi dell’omosessualità da solo. 4) Essere consapevoli della verità che le amicizie caste sono non solo possibili ma necessarie in una vita cristianamente casta e in questo modo aiutarsi reciprocamente per instaurarle e sostenerle. 5) Vivere una vita che possa servire da buon esempio per gli altri. Di questa esperienza san Giovanni Paolo II ha detto: “Courage sta compiendo l’opera di Dio”.

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