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Pacem in Terris: dottrina sociale della Chiesa e sistema economico

L’11 aprile 1963 San Giovanni XXIII donava al mondo una delle sue più belle encicliche: la Pacem in terris

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L’11 aprile 1963 San Giovanni XXIII donava al mondo una delle sue più belle encicliche: la Pacem in terris. Essa segna la risposta della Chiesa alle più attuali problematiche in relazione alla convivenza civile fra i popoli e l’ordinamento giuridico.

In un momento storico delicatissimo di rapporti fra due grandi potenze, USA e URSS, la voce del Papa sale, decisa e forte, verso una mediazione non solo indispensabile ma utilissima nel risolvere ogni possibile conflitto.

Aprendo il testo, si comprende da subito lo spessore intellettuale e spirituale di chi l’ha scritta e voluta, ma soprattutto l’analisi di quei temi così vicini all’esistenza dell’uomo.

Diritti civili e religiosi, lavoro, mondo giuridico e tanto altro trovano sede nell’enciclica per la creazione di una società migliore.

In un crescendo di valori e idee, lo scritto parte dai diritti inviolabili dell’uomo come la famiglia, l’educazione, l’abitazione e non ultimo il diritto ad un giusto salario, per poi allargarsi all’ordine internazionale.

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In uno scenario di pace, e solo di pace, la persona può sviluppare tutto il proprio essere, abbandonando schemi o contrapposte ideologie.

Ed è appunto il valore irrinunciabile della persona, l’oggetto della dottrina sociale della Chiesa che vede nel testo uno dei suoi più alti manifesti per l’affermazione dei principi evangelici e del vero bene della comunità civile.

Non erano mancati interventi simili in materia a partire dalla Rerum novarum, in cui il Pontefice Leone XIII aveva aperto il campo a tale sensibilità nella realtà ecclesiale.

Non manca un chiaro riferimento al mondo economico ed ai sistemi che governano il settore. In relazione al progresso, anche materiale, ma non scevro da quei principi morali e spirituali che guidano l’uomo nel quotidiano, si legge: “salla dignità della persona scaturisce pure il diritto di svolgere le attività economiche in attitudine di responsabilità. Va inoltre e in modo speciale messo in rilievo il diritto ad una retribuzione del lavoro determinata secondo i criteri di giustizia, e quindi sufficiente, nelle proporzioni rispondenti alla ricchezza disponibile, a permettere al lavoratore ed alla sua famiglia, un tenore di vita conforme alla dignità umana”.

Economia e lavoro sono le basi per la risoluzione di molti problemi dell’esistenza.

Interessante osservare come, oltre a ciò, è chiaro un richiamo al mondo dell’emigrazione con l’osservare come ”ogni essere umano ha il diritto alla libertà di movimento e di dimora nell’interno della comunità politica di cui è cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consiglino, di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse. Per il fatto che si è cittadini di una determinata comunità politica, nulla perde di contenuto la propria appartenenza, in qualità di membri, alla stessa famiglia umana; e quindi l’appartenenza, in qualità di cittadini, alla comunità mondiale.”

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