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Papa Francesco a Camerino, la gioia di chi lo ha incontrato

Camerino incontra Papa Francesco  |  | Simone Baroncia
Camerino incontra Papa Francesco | | Simone Baroncia
Camerino incontra Papa Francesco  |  | Simone Baroncia
Camerino incontra Papa Francesco | | Simone Baroncia
Camerino incontra Papa Francesco  |  | Simone Baroncia
Camerino incontra Papa Francesco | | Simone Baroncia

Puntuale stamane l’elicottero di Papa Francesco è atterrato a Camerino, in località Le Calvie, per poi dirigersi verso il villaggio delle Sae, dove è stato accolto con grande gioia dai suoi ‘abitanti’, costretti a viverci dopo il terremoto del 2016, ma che nonostante il caldo, oggi mitigato da un dolce venticello, hanno fatto grande festa chiedendogli di non abbandonarli.

Poi si è fatto qualche fotografia per la gioia delle famiglie, ma soprattutto dei bambini; addirittura nonna Maria, 92 anni, gli avrebbe voluto offrire colazione, ma lui ha ringraziato affermando che già l’aveva fatta; scena che si è ripetuta in ogni delle cinque ‘sae’ visitate… E prima di proseguire per il centro storico, ancora ‘zona rossa’, papa Francesco ha salutato tutte le famiglie con il microfono: “Vi saluto tutti e vi ringrazio dell’accoglienza. Avrei voluto visitare tutte le case ma non è possibile. Sono vicino a voi e speriamo che questa situazione si risolva il più presto possibile. Grazie della vostra pazienza e del vostro coraggio”.

Poi ha proseguito verso il centro storico, dove è stato accolto dai fedeli, che appena hanno sentito il rumore delle auto, che si dirigevano verso piazza Cavour, hanno cominciato a gridare il proprio entusiasmo per il papa con un cartello che chiedeva: ‘Papa Francesco, non lasciarci soli, mai più”. Tutti con i cappelli gialli, che ricordano gli ‘elmetti’, a cui gli abitanti sono stati costretti ad indossare dal sisma, ma con il disegno della Santa Casa di Loreto.

E l’entusiasmo è aumentato, quando è sceso dalla macchina e si è messo il casco, con il suo nome scritto come omaggio dei Vigili del Fuoco, per visitare il duomo della città; così dopo l’uscita, recandosi a salutare i sindaci del ‘cratere’, con cui ha invocato l’aiuto della Madonna, ha stretto le mani ai fedeli che si sono assiepati lungo le transenne.

L’altare era stato addobbato dai volontari che curano l’infiorata del Corpus Domini a Castelraimondo con due immagini particolari, di cui uno dedicato al papa e l’altro rappresentante la festa della SS. Trinità. Al termine della celebrazione il vescovo della diocesi di Camerino e San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ha ringraziato il papa della visita ed ha ricordato: “Prima del terremoto questo territorio era un luogo di luce e di colori; ricco di una storia bella ed antica e spazio di accoglienza e di libertà. Dopo il sisma negli sguardi delle persone e dei loro dolorosi racconti ho potuto scorgere storie di cecità indotta dagli eventi; uomini e donne segnati dalla dolorosa perdita di ciò che è più caro, desiderosi di rialzarsi, ma incapaci di riprendere il cammino”.

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Quindi gente di un territorio vasto, che ha chiesto aiuto alle Istituzioni ed alla Chiesa: “Questa Chiesa, come Bartimeo, ha scelto di non rassegnarsi e di lottare. Non si è lasciata vincere dallo sconforto e dalla rassegnazione e non ha mai smesso di gridare il dolore della gente. Qui non ci sono solo macerie e distruzione, ma una popolazione che non si abbatte e non demorde, ma che ha un grande desiderio di essere protagonista di una ripresa”. Queste parole si sono ben addette ai fedeli, che non hanno abbandonato la piazza in attesa di un ritorno del papa, che doveva recarsi alla chiesa di santa Maria in Via, simbolo della città, perché da qui partiva uno dei ‘cammini’ lauretani.

Vista l’accoglienza il Papa è sceso dalla ‘papamobile’ ed ha salutato affettuosamente i bambini ed i disabili, accompagnati dai volontari dell’Unitalsi. Quindi una giornata indimenticabile, che infonde coraggio, come ha affermato suor Anna, ripetendo le parole pronunciate dal papa nell’omelia sulla speranza: “Papa Francesco ci ha dato uno stimolo particolare per non scoraggiarci. Ci ha invitato a non demordere ed a non illuderci delle false speranze, che si trasformano in illusione. Ha invitato a lasciarci guidare dallo Spirito Santo che ‘ricostruttore' della speranza.

Ci ha ricordato che nell’unità si può ricostruire. Anche nell’Angelus ci ha sollecitato ad affidarci alle cure dei nostri santi: san Venanzio, san Severino, sant’Ansovino, san Nicola da Tolentino, san Pacifico, e alla beata Camilla Battista Varano. Ecco pensiamo soprattutto alla storia della beata Camilla, che non ha mai ceduto alla ‘speranza mondana’, ma ha sempre stimolato le sue ‘sorelle’ ed i fedeli del tempo a lottare per qualcosa per cui valeva la pena vivere”.

E lì vicino, Lucia, una volontaria dell’Unitalsi, mi conferma la grande gioia vissuta: “Soprattutto per loro (i malati, ndr.) è stata una giornata particolare, perché il papa li ha accarezzati uno ad uno. E’ stata un’emozione ed una grande gioia sentirsi amati dal papa, che ci sprona a lottare per non perdere la speranza”. Poco più in là una coppia di sposi, Mario e Michela, arrivata da fuori regione: “Abbiamo a Camerino una sorella, che purtroppo ha dovuto delocalizzare la sua attività artigianale. Durante il sisma eravamo venuti ad aiutarla. Oggi siamo ritornati per partecipare a questa festa con il papa”.

Mi sto allontanando dalla piazza e lungo il tragitto incontro un gruppo di sei giovani, contenti, indosso una maglia con l’invito a non mollare, a cui chiedo un’impressione della visita del papa. Giovanna mi ha risposto: “E’ stato bello! L’omelia del papa è stata ‘elettrizzante’. Ci ha dato il coraggio a non demordere ed a continuare a sperare”. Allora cosa è la speranza per voi? “La speranza è vedere la nostra città ricostruita e di nuovo piena di vita; perciò noi ci vogliamo impegnare a rendere di nuovo vitale e piena di giovani Camerino”.      

 

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