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Papa Francesco a Prato, un meteorite marziano per lui

Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato | Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie, posa con il meteorite che sarà donato a Papa Francesco | Andrea Gagliarducci / ACI Stampa Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato | Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie, posa con il meteorite che sarà donato a Papa Francesco | Andrea Gagliarducci / ACI Stampa

Il nome è NWA 7387, e significa North West Africa 7387. Perché nel Nord Ovest dell’Africa (e per la precisione in Marocco) è stato trovato questo meteorite che con tutte le probabilità viene dal pianeta Marte. Un pezzo di questo meteorite è stato donato a Papa Francesco, che lo lascerà alla “Specola Vaticana,” l’Osservatorio Astronomico della Santa Sede.

 Ma perché questo regalo? Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato e ideatore dell’iniziativa, racconta ad ACI Stampa che “la scelta ha vari significati.”

“Ha un forte valore per la città di Prato, innanzitutto, perché si tratta del primo meteorite proveniente da Marte catalogato proprio nel Museo delle Scienze Planetarie della città.” E questo museo di Scienze Planetarie “compie quest’anno dieci anni di vita, un anniversario importante, che andava celebrato nella maniera opportuna: e regalare un meteorite marziano a Papa Francesco è un bel modo per festeggiare l’anniversario.”

Ma è la storia stessa del Museo ad avere le sue peculiarità. Racconta Morelli: “Nel 1927, nel convento dei domenicani fu installato il primo osservatorio sismologico e sismografico della città, che poi fu gestito in prima persona dai francescani, e che fu tenuto in vita grazie alla fondazione Pro Verbo di monsignor Aiazzi. Quindi, a metà degli anni Novante, si pensò di valorizzare la straordinaria collezione di campioni di roccia che si era raccolta, e si arrivò all’idea di un Museo di Scienze Planetarie.”

E poi c’è il motivo simbolico. “Marte è l’unico pianeta del sistema solare in cui si è trovata una alta probabilità della presenza di vita, e comunque le prove definitive della presenza di acqua. E i canali di Marte sono stati scoperti da un gesuita, padre Secchi, che ha anche loro dato le prime denominazioni. C’è dunque un legame forte tra scienza e fede, che con questo dono vogliamo celebrare.”

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Un legame che il Museo di Scienze Planetarie ha con la Specola vaticana, l’istituzione voluta da Leone XIII per studiare il cielo. “La frase incisa nella targa è stata scelta da padre Consolomagno, direttore della Specola. Con lui abbiamo un rapporto costante,” conclude Marco Morelli.

Chissà se Papa Francesco sarà preso dalla curiosità di toccare il meteorite, nel riportarlo verso Roma, o se invece questo resterà chiuso in una teca in cui gli è stato consegnato.