Durante la sua recente visita nelle Repubbliche baltiche, il 23 settembre scorso Papa Francesco ha incontrato in forma privata a Vilnius, in Lituania, un gruppo di 28 gesuiti dai vari stati Baltici. Nella quaderno 4040 della rivista in uscita sabato 20 ottobre il resoconto e la trascrizione del colloquio. 

Di particolare intensità il breve scambio con mons. Sigitas Tamkevičius, che ha sperimentato la prigionia a opera del Kgb. Il Pontefice infatti era appena rientrato dalla visita al Museo delle Occupazioni e delle Lotte per la Libertà, «il Golgota lituano», all’epoca sede delle prigioni in cui venivano detenuti e torturati gli oppositori del regime sovietico. Uno dei momenti più intensi del viaggio. «Gesù è disceso agli inferi e io vi consiglio – ha detto papa Francesco – di non aver paura di discendere agli inferi delle persone […] Bisogna scendere lì. Toccare le piaghe […] E queste ferite non si sono aperte solamente a Vilnius e nel passato». E facendo riferimento alla «situazione di alcune carceri del nord Africa», il Papa ha detto: «Noi oggi ci strappiamo le vesti per quello che hanno fatto i comunisti, i nazisti e i fascisti… ma oggi? Non accade anche oggi? Certo, lo si fa con guanti bianchi e di seta!». 

Ad un giovane gesuita che ha chiesto al Papa come vivere, senza avere paura, in un mondo che sembra nel caos, Francesco ha risposto innanzi tutto di non entrare nel caos da solo, «perché finirai male». E ha aggiunto: «Ma se tu entri con la grazia del collo­quio spirituale con il tuo Provinciale, con la tua comunità, se lo fai come missione e con il Signore […] non c’è da aver paura. Con il Signore, però, non con i propri capricci! Dio è forte, Dio è più forte […] Non abbiate paura!».