E’ la figura biblica di Rut ad ispirare la riflessione del Papa nel discorso ai Missionari della Divina Misericordia  di questa mattina, “la donna straniera e povera, costretta a cercare il cibo quotidiano, per la sua fedeltà e bontà viene ricompensata con l’abbondanza dei doni”. 

E l’insegnamento per noi è che “Rut lascia trasparire i tratti della misericordia quando non lascia sola Noemi, ma con lei condivide il suo futuro; quando non si accontenta di rimanerle vicino, ma con lei partecipa la fede e l’esperienza di essere parte di un nuovo popolo; quando è intenzionata a superare ogni ostacolo pur di rimanere fedele. Quanto ricaviamo è davvero il volto della misericordia che si manifesta con la compassione e la condivisione.

Questa figura di Rut è un’icona di come si possano superare le tante forme di esclusione ed emarginazione che si annidano nei nostri comportamenti”. 

Ecco allora la richiesta del Papa ai Missionari della Misercordia: “vi prego di tenere lontano da voi ogni forma di giudizio e di anteporre sempre la volontà di comprendere la persona che vi sta dinanzi. Non fermatevi mai a un solo particolare, ma guardate alla globalità della sua vita. Dio non si ferma all’apparenza, e se dovesse giudicare solo dalle colpe, probabilmente non si salverebbe nessuno! Non è così che si esprime la misericordia. Essa sa guardare al cuore di una persona, dove si nasconde il desiderio, la nostalgia di volere ritornare dal Padre e alla sua casa (cfr Lc 15,18-20). Dio non si stanca di perdonare, dice il Papa “Ecco dunque l’esortazione che vi lascio: avere sempre a portata di mano la coperta della misericordia, per avvolgere con il suo calore quanti si avvicinano a voi per essere perdonati; offrire consolazione a quanti sono nella tristezza e nella solitudine; essere generosi come Rut, perché solo così il Signore vi riconoscerà come suoi ministri fedeli”.