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Papa Francesco con tutti i fedeli : "O Dio, abbi pietà di me peccatore"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

"O Dio, abbi pietà di me peccatore", sono le parole che Papa Francesco nella prima Udienza Generale del mese di Giugno ripete per ben tre volte a gran voce insieme ai presenti, commentando la parabola di Gesù che racconta l'esaltazione del fariseo e l'umiltà del pubblicano.

"Oggi con un' altra parabola - dice il Papa - Gesù ci insegna come si deve pregare,ci insegna un atteggiamento giusto per pregare". Riferendosi alle figure del fariseo e del pubblicato afferma: "Entrambi salgono al tempio per pregare, ma agiscono in modi differenti e ottengono risultati opposti, il fariseo prega in piedi e usa molte parole, ha quasi un senso di superiorità verso gli altri uomini , quel fariseo prega Dio ma in verità guarda se stesso,prega se stesso. Pur trovandosi nel tempio non sente la necessità di prostarsi, sta in piedi, si sente sicuro, elenca le buone opere compiute, digiuna, paga le decime, insomma più che pregare si compiace della propria perseveranza nei precetti".

"Ma tutto questo è lontano dal modo di agire di Dio - rammenta Papa Francesco - perchè non basta domandarci quanto preghiamo, ma come preghiamo. Importante è esaminare il nostro cuore per estirpare arroganza e ipocrisia. Si può pregare con arroganza e ipocrisia? Siamo tutti presi dalla frenesia del ritmo quotidiano, frastornati, confusi, è necessario ritrovare il cammino verso il nostro cuore, recuperare i valori del silenzio. Il fariseo non si accorge di aver smarrito la strada del suo cuore".

Poi il Pontefice descrive l'atteggiamento e i sentimenti della seconda figura nella Parabola: "Il pubblicano invece si presenta con animo umile e pentito, non osava nemmeno alzare gli occhi, ma si batteva il petto, la sua preghiera è breve, chiede solo al Signore di avere pietà di lui: "O dio abbi pietà di me peccatore". E qui il Papa insieme ai pellegrini presenti ripete questa frase per tre volte.

"Il pubblicano era malvisto dalla gente - continua Francesco - la parabola insegna che si è giusti o peccatori per il modo di rapportarsi con Dio e i fratelli. Il pubblicano è consapevole della sua misera condizione, la sua preghiera è essenziale, agisce da umile. Lui mendica la misericordia di Dio, presentandosi a mani vuote, proprio lui cosi disprezzato diventa vera icona del vero credente".

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Infine il Papa sottlinea ai fedeli la sentenza di Gesù:"Chiunque si esalta sarà umiliato, chiunque si umilia sarà innalzato. Il fariseo è l'icona del corrotto che fa finta di pregare, cosi nella vita chi si crede giusto e giudica gli altri è un corrotto e un ipocrita, la superbia compromette ogni azione buona, se Dio predilige l'umiltà è perchè è condizione necessaria per essere rialzati da Lui. L'umiltà del misero invece spalanca il cuore di Dio".

Papa Francesco conclude la sua catechesi ripetendo di nuovo tre volte con i fedeli: " O Dio abbi pietà di me peccatore ".