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Papa Francesco: “La vita non è un videogioco"

Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante un Angelus  | Alexey Gotovskyi / ACI Group Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante un Angelus | Alexey Gotovskyi / ACI Group

È la salvezza il tema del Vangelo del giorno e dell’Angelus di Papa Francesco. Il quale sottolinea che Gesù è sì una porta stretta, perché per entrarvi bisogna abbassarsi, essere umili. Ma è una porta misericordiosa aperta per tutti. “Il Signore – dice il Papa – ci offre tante occasioni per salvarci ed entrare attraverso la porta della salvezza. Questa porta è una occasione che non va sprecata! Non dobbiamo fare discorsi accademici sulla salvezza, ma dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza”. Perché - e lo ripete più volte il Papa - "la porta è stretta, ma sempre spalancata". E non si devono sprecare le occasioni perché "la nostra vita non è un videogioco o una telenovela. La nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna!"

Penultima domenica di agosto, in una assolata piazza San Pietro che già si comincia preparare al grande evento del 4 settembre, la canonizzazione di Madre Teresa. Papa Francesco centra tutta la sua riflessione sul Vangelo del giorno, ma con un pensiero alla Turchia, dove un kamikaze si è fatto esplodere durante il ricevimento di un matrimonio a Gaziantep, non lontano al confine con la Siria, causando decine di vittime. "Mi è raggiunta - dice il Papa al termine dell'Angelus - la triste notizia dell’attentato sanguinario che ieri ha colpito la cara Turchia. Preghiamo per le vittime, i morti e le ferite e chiediamo il dono della pace per tutti".

Il tema della salvezza è dunque centrale, e il Papa parte dalla risposta, come al solito spiazzante, che dà Gesù a chi chiede se saranno pochi a salvarsi. La salvezza – spiega il Papa – “non è questione di numeri, non importa sapere quanti si salvano, ma è importante che tutti sappiano quale è il cammino che conduce alla salvezza”.

Un cammino che prevede l’attraversamento di una porta, che è “Gesù stesso” il quale “ci conduce nella comunione con il Padre, dove troviamo amore, comprensione e protezione”. Una porta stretta “non perché sia oppressiva, ma perché – spiega il Papa - ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono”.

Papa Francesco ricorda che Dio “non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni”. La salvezza donata da Dio “è un flusso incessante di misericordia che abbatte ogni barriera e apre sorprendenti prospettive di luce e di pace”.

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Il Papa ricorda che Gesù aspetta “ciascuno di noi, qualunque peccato abbiamo commesso, per abbracciarci, per offrirci il suo perdono. Lui solo può trasformare il nostro cuore, lui solo può dare senso pieno alla nostra esistenza, donandoci la gioia vera”.

Aggiunge il Papa: "Vorrei farvi una proposta: pensiamo in silenzio, per un attimo alle cose che ho dentro di me, e impediscono di attraversare la porta: il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati. E poi pensiamo all’altra porta, quella spalancata della misericordia di Dio, che dall’altra parte ci aspetta per dare il perdono".

Così, passando per la porta di Gesù, il cristiano potrà “uscire dagli atteggiamenti mondani, dalle cattive abitudini, dagli egoismi e dalle chiusure”, perché “quando c’è il contatto con l’amore e la misericordia di Dio, c’è il cambiamento autentico”, e “la nostra vita è illuminata dalla luce dello Spirito Santo: una luce inestinguibile!”